Anche Arizona in Italy ha di nuovo aperto i battenti dei corsi primaverili, attivando di nuovo quelli proposti per il Fall Semester, segno che le scelte allargate al dipartimento di Psicologia ed a quello di Sociologia erano giuste ed hanno continuato ad attirare studenti. Proprio per aumentare ulteriormente le offerte formative sono stati invece aggiunti ex-novo due corsi nell’ambito degli insegnamenti di Italiano: History of Italian Cinema e Topics in Advanced Italian Studies, con un buon numero di studenti ciascuno. Nell’ambito degli scambi interculturali e della formazione dei giovani studenti statunitensi si sono anche messi in campo – o sono in via di attivazione – dei rapporti di tirocinio con strutture legate alla ristorazione, con la Carta Orvieto Unica, con la Fondazione per il Museo C. Faina, con lo IAT di piazza del Duomo e con l’ufficio di polizia municipale in piazza S. Andrea. Se tutte le iniziative avranno uno sbocco positivo, l’interazione dei giovani studenti con la città sarà ancora più fattiva e collaborativa, un arricchimento dedicato a tutti (…..e per Orvieto a costo zero, è il caso di ribadire, in quanto le attività dei tirocinanti rientrano nelle attività didattiche programmate dall’Università medesima). Sempre con la profonda convinzione che ci sia solo che da guadagnare culturalmente ed umanamente nel creare occasioni di integrazione e scambio, presso il Centro Studi Città di Orvieto in piazza del Popolo, il giorno 12 p.v., martedi “grasso”, alle ore 18:30 è stato organizzato un incontro fra i due gruppi USA che al momento utilizzano la struttura universitaria di palazzo Simoncelli (Università dell’Arizona e Kansas State University), ed i cittadini di Orvieto. L’evento si chiama “Il Carnevale dei due mondi” e rappresenta un’ottima occasione anche per capire cosa accade in uno dei più bei palazzi della città che ospita, al momento, più di 60 cittadini stranieri. L’invito è veramente rivolto a tutti e, nella filosofia che ha anche ispirato manifestazioni quali Santa Perduta, chi vuole può portare (ma non è assolutamente obbligatorio) un suo contributo eno-gastronomico. Il Centro Studi e le direzioni dei due istituti universitari si augurano di vedere numerosi Orvietani presenti.
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