di Paolo Borrello
Mercoledì 13 febbraio si è svolta un’assemblea di tutti i dipendenti del Comune di Orvieto di cui hanno riferito anche alcuni giornali con cronaca locale non in modo compiuto, a mio avviso. Quindi ho deciso, avendo partecipato all’assemblea come dipendente comunale iscritto alla Cgil, di evidenziare la parte più importante di quanto avvenuto e cioè l’esito finale. L’assemblea, all’unanimità, con l’accordo dei rappresentanti di tutti i sindacati, Cgil, Cisl, Uil, Usb, ha rigettato completamente lo pseudo progetto di ristrutturazione del personale, caratterizzato soprattutto da una nuova pianta organica, ha richiesto che siano modificati i regolamenti riguardanti i dipendenti a cui possono essere concesse le cosiddette posizioni organizzative e le particolari responsabilità, confermando la disponibilità dei dipendenti e dei sindacati a contribuire ad elaborare, con le proprie proposte, un nuovo progetto.
Perché l’assemblea ha preso questa decisione? Per gli stessi motivi in base ai quali ho definito “pseudo” il progetto di ristrutturazione del personale. Infatti un vero progetto di quella natura, una vera pianta organica, può essere definito solo dopo che sia stata effettuata un’attenta ed approfondita analisi, ufficio per ufficio, dei carichi di lavoro dei dipendenti, delle mansioni effettivamente svolte e di quelle che si vuole che siano svolte in futuro, soprattutto al fine di migliorare l’efficienza e l’efficacia della macchina amministrativa comunale e la qualità dei servizi erogati ai cittadini. Un inciso, il progetto di ristrutturazione del personale del Comune di Orvieto non interessa quindi solo i dipendenti ma deve essere oggetto di attenzione da parte di tutti i cittadini perché, inoltre, può diventare uno strumento in più per raggiungere gli obiettivi che si intendono perseguire da parte dell’Amministrazione comunale.
La proposta dell’Amministrazione Concina non ha le caratteristiche prima delineate. Non è stata preceduta da un’analisi dei carichi di lavoro, delle mansioni svolte, e da svolgere, dai dipendenti. Per questo, ripeto, non può essere accettata, anche perché, molto probabilmente, le sue finalità non hanno nulla a che fare con l’interesse generale, poiché si intendono tutelare invece interessi specifici.
Quindi è auspicabile che il progetto in questione sia abbandonato e che ci si attivi, rapidamente, per elaborarne un altro, ripeto con il contributo dei dipendenti e dei sindacati, che abbia i caratteri prima delineati dei veri progetti di ristrutturazione del personale e che abbia come obiettivo prioritario il miglioramento dei servizi erogati ai cittadini, non invece una loro riduzione o un loro peggioramento.