di Andrea Scopetti – Segretario del Partito Democratico di Orvieto
Fino ad ora si sostituivano gli assessori con cadenza semestrale: il “rinnovamento e metodo” di Toni Concina.
Lasciavano l’incarico perché il contesto era completamente diverso da quello che avevano presentato agli elettori: promesse disattese, programma ignorato, improbabili alleanze post elettorali avevano in breve creato un disagio esistenziale.
Carlo Perali non si accodò dall’inizio alla compagnia, probabilmente ci aveva visto lungo; Cristina Calcagni fu la prima assessora a prendere le distanze da questa amministrazione per “dissidi interni”; seguì Antonio Barberani, che non si riconosceva “nelle dinamiche politiche e organizzative”; poi Marco Sciarra, che presentò e ritirò le sue dimissioni non si sa quante volte e che mai motivò in modo esplicito; fu poi la volta di Massimo Rosmini, il Vice Sindaco, per l’impossibilità di realizzare il programma; da ultimo Felice Zazzaretta, per motivi “personali e impegni professionali”. Anche Marco Marino disse di “essere disposto a dare le dimissioni” per una ingarbugliata questione. Infine, sia pure non assessore, si è dimesso di recente Guido Turreni perché “famiglia e lavoro prima di tutto”.
Contro ogni regola del diritto amministrativo, Toni Concina è costretto a delegare perennemente al bilancio il Consigliere Pizzo, non avendo mai potuto contare sull’impegno costante dell’Assessore Romiti, un dimissionario di fatto.
Rimpasti, ribaltoni, defezioni, c’è un po’ di tutto nell’allegra brigata di Toni Concina, dove naturalmente non mancano i transfughi o responsabili a loro dire. Eravamo però abituati alle dimissioni, ma non ai licenziamenti. Lunedì scorso il Sindaco con uno scarno comunicato ha annunciato la revoca delle deleghe a Leonardo Brugiotti, un assessore di peso nella Giunta: urbanistica, arredo urbano, suolo pubblico, edilizia privata, mobilità e trasporti, opere pubbliche ed infrastrutture, polizia municipale, viabilità, insomma non una cosa da poco. Le motivazioni sono offensive per la collettività: “venir meno del rapporto di collaborazione istituzionale”. Ma per chi ci ha preso Toni Concina? Abbiamo sorvolato sulle sue battute, abbiamo alzato le spalle di fronte ai suoi anglicismi in salsa nostrana, abbiamo tollerato le sue innumerevoli insofferenze al confronto democratico, lo abbiamo sopportato spesso fuori dalle righe con un linguaggio non sempre proprio delle istituzioni, ma ora basta.
La res publica è cosa di tutti e va data ragione giustificativa a tutti dell’uso che se ne fa. Il Sindaco ci deve dire che cosa è successo con l’Assessore Brugiotti, che ruolo hanno nella vicenda i Consiglieri Pizzo, Olimpieri e Frizza e cosa sta succedendo negli uffici del Comune. Oppure dovremmo credere che si tratti solo della semplicità caratteriale di Brugiotti che non sa fare squadra, come ci dice pateticamente l’Assessore Margottini, uno degli ultimi rimasti?
Capiamo il fastidio, Sindaco Concina, ma lei ora non deve più fare battute, deve solo dare risposta alla collettività dell’uso che sta facendo del suo mandato altrimenti lo lasci. È una cosa semplice.
Quanto alla necessità o meno che si riunisca la segreteria del nostro Partito è una preoccupazione che può lasciare a me; a Lei il compito di Governare, se ne è in grado, a Noi quello di costruire, insieme a chi non intende delegare ad altri la costruzione del nostro futuro, il progetto di una “Città che Vogliamo” che riprenda in mano il colore della speranza.