ORVIETO – Poche certezze ancora, ma con percorsi definiti. Il punto sulle azioni post alluvione e sulla gestione dello stato di emergenza è stato fatto ieri ad Orvieto in un Consiglio comunale aperto, cui hanno partecipato anche la governatrice dell’Umbria Catiuscia Marini, il vicario prefetto di Terni, Rita Stentella e il presidente della Provincia, Feliciano Polli. La Protezione civile nazionale, dal canto suo, ha snobbato completamente l’invito all’iniziativa che, invece, è stata giudicata d’interesse, in virtù dell’inchiesta aperta dalla procura, dai carabinieri, presenti in sala tra il pubblico. In ogni caso, il consiglio è stata l’occasione soprattutto per fare il punto sulla pratica dell’emergenza e sui soldi a disposizione. Due cose ha voluto sottolineare in premessa la Marini. La prima è che la nuova normativa di protezione civile dettata dalla Legge 100/2012 che l’Umbria e Orvieto ha sperimentato sulla propria pelle “non agevola gli interventi sul territorio”. La seconda è che in Umbria “non ci sono situazioni di abusivismo, semmai – ha detto la presidente Marini – ci sono costruzioni antecedenti alle normative”, in primis quella del 2001. Di qui l’urgenza della messa in sicurezza, tramite interventi a mitigazione del rischio. Detto ciò è stato chiarito che, al momento, ci sono a disposizione solo i 7 milioni dell’emergenza attinti dalla legge di stabilità (i 250 milioni) a differenza della Toscana per la quale sono state stanziate risorse aggiuntive. Restano quindi 243 milioni di euro, non ancora ripartiti ufficialmente. All’Umbria però dovrebbero spettare 46,4 milioni. E’ attesa entro febbraio la nomina di un commissario delegato, presumibilmente come già avvenuto per la Toscana un tecnico regionale. A quel punto, entro 20 giorni, la Regione dovrà indicare gli interventi da fare con i 7 milioni a disposizione. Soldi che sono vincolati però per interventi pubblici (già fatti o da fare) di pronto intervento e somma urgenza. Tuttavia – prima buona notizia – contestualmente all’ordinanza scatterà la sospensione dei mutui per i soggetti danneggiati nei Comuni indicati dall’emergenza, per tutta la durata dell’emergenza stessa ovvero 90 giorni, più le eventuali proroghe che il Governo potrebbe concedere. Nel frattempo, la Regione inizierà il percorso per l’impiego dei 46,4 milioni che dovrebbero arrivare dal riparto dei 243. Toscana e Umbria hanno già chiesto che il 25% di queste risorse possano essere utilizzate per le imprese, per investimenti in conto capitale. Sono 12 milioni. “Sarebbero una prima risposta – ha sottolineato la Marini – considerando che i danni alle imprese, al netto dell’agricoltura, sono 31 milioni (25 nell’Orvietano), di cui 12 per merci e prodotti e 18 per immobili e macchinari”. E l’agricoltura? Si farà fronte ai danni del comparto con le economie e con i fondi non destinati del Psr (il quantum sarà chiaro entro maggio). Parallelamente, la Regione chiede l’attuazione del fondo di solidarietà nazionale che però al momento non ha copertura finanziaria.
Da associazioni e comitati è venuto forte non solo il richiamo alla messa in sicurezza del territorio, ma anche una richiesta altrettanto forte di ricerca di eventuali responsabilità nel disastro. Le imprese in particolare – tramite Fabrizio Cortoni, presidente del comitato “12 novembre 2012) – hanno chiesto anche dei provvedimenti. L’esenzione dalla Tarsu, ad esempio, fino a ripianamento dei mutui e l’esenzione dalle bollette dell’idrico di novembre e dicembre 2012. Infine, il vicario prefetto Rita Stentella ha dato conto dei lavori che i vigili del fuoco stanno ultimando con la risagomatura dell’argine del Paglia e il taglio delle piante pericolanti lungo il corso del torrente Carcajone. I lavori, eseguiti con un mezzo del Dipartimento nazionale di protezione civile, saranno conclusi in un paio di giorni.