di Pier Giorgio Oliveti, presidente Anpi Orvieto
Il giorno della memoria non è e non dev’essere uno: resistere e ricordare è un impegno quotidiano per ogni cittadino autenticamente democratico. E così l’invito in questi giorni a tutti, giovani e meno giovani, è proprio quello di ricordare per saper resistere e costruire un futuro migliore evitando i buchi neri del nostro passato e del presente.
1) Shoa. Il 1 Ottobre scorso Shlomo Venezia ci ha lasciati. Deportato ad Aushwitz, fu l’unico della sua famiglia miracolosamente a salvarsi da questa “industria della morte” . Grazie all’invito di Anpi Orvieto e Terni e all’Anppia, e alla sensibilità dei dirigenti scolastici e insegnanti del nostro Comune, due anni fa ha raccontato a centinaia di ragazzi orvietani l’orrore della Shoah: ci mancherà tanto. Ora tutti noi abbiamo il compito di tramandarne la Memoria e passarla a chi verrà dopo.
2) Femminicidio. Una ragazza italiana perché è nata in Italia(ndr: non lo è ancora per la legge nonostante gli appelli continuati del Presidente della Repubblica Napolitano, che gli fanno onore) da famiglia pakistana, liceale a Reggio Emilia, residente nella Cittaslow di Novellara, a 18 anni finita la scuola con un pretesto è portata in Pakistan e “sposata” d’imperio con un cugino che la violenta e con lei ha una bambina. Oggi a 21 anni la ragazza è fuggita, tutelata dai Servizi Sociali dell’Emilia Romagna, vive con false generalità, manco fosse una criminale: vuole semplicemente la sua vita, con la sua bambina. Tocca capire. Tocca resistere, perché la violenza sulle donne, non solo pakistane…, è in aumento. Tocca ricordare e resistere, combattere culturalmente ogni violenza senza ritorno…
3) Memoria di ghiaccio e cambiamenti climatici. Le centinaia di migliaia di soldati italiani caduti sul fronte alpino nella Prima Guerra Mondiale, il più alto d’Europa, sotto l’Adamello, la Presanella, l’Ortles e il Cevedale, i cui corpi oggi affiorano come le bombe a decine dai ghiacci che si ritirano “causa scelleratezza umana”, non avrebbero voluto vedere le condizioni morali prima ancora che economiche e sociali del nostro popolo cen’t’anni dopo, un popolo che non riesce a “stimarsi” e che fatalisticamente accetta “gli effetti del cattivo governo in città e campagna”: Siena, il banco MPS e Ambrogio Lorenzetti docent. Il ghiaccio è la nostra memoria: lì ci sono i nostri nonni e bisnonni che si sono immolati per la Patria, per questa Patria: ricordiamolo e facciamo qualcosa in più.
4) I partigiani: resistere fu per loro un imperativo categorico. Allora non era facile, ma lo fecero, per tutti noi. Non avrebbero mai voluto vedere un paese dove si perdono mille imprese al giorno e il potere d’acquisto delle famiglie cala al livello di 26 anni fa, dove il diritto al lavoro confligge da decenni con quello alla salute pubblica: resistere è sempre più difficile, ma tocca farlo.