Riceviamo da Cittadinanzattiva e pubblichiamo.
1. Cittadinanzattiva aveva criticato l’idea del superticket sull’intramoenia, di concentrare, cioè, a seguito dei tagli al FSN operati dal Governo, tutto il prelievo sulle visite rese in regime di “intramoenia, anche in relazione al fatto che il meccanismo del superticket già appariva giuridicamente “azzardato”, caratterizzandosi non come una “compartecipazione” alla spesa, ma come un onere aggiuntivo all’utente che già aveva pagato interamente la parcella al professionista.
Avevamo, però, apprezzato la scelta della Regione Umbria di scongiurare, in nome della equità sociale, di far pagare la quota fissa di dieci euro a ricetta per tutte le visite specialistiche e gli esami strumentali e di laboratorio come già avviene in quasi tutte le regioni italiane o aumentare i ticket su farmaci e visite specialistiche.
2. Cittadinanzattiva propone che il mancato introito del superticket sia compensato dalle minori spese per le attività diagnostiche erogate in convenzione.
L’apertura per h.12 –effettive- di tutti i laboratori e le diagnostiche presenti nel sistema sanitario pubblico, con un’intensità di attività pari a quelle svolte nel privato, consentirebbe, sia un risparmio superiore a quello dei nuovi ticket da imporre, sia ridurrebbe, in maniera molto significativa, le liste di attesa, che rappresentano un vulnus permanente ed apparentemente irrisolvibile del sistema sanitario regionale. Non è più presentabile, infatti, un servizio sanitario che non sfrutta i suoi servizi o che li tiene aperti per poche ore al giorno, mentre le strutture convenzionate “brillano” nella notte operative fino a tarda ora, succhiando risorse che se prima erano nel “calderone” del Fondo sanitario regionale, ora sono prese, di fatto, dalle tasche dei cittadini.
3. Cittadinanzattiva riteniene, infatti, che in una fase sempre più difficile siano da evitare nuovi ticket che aggraverebbero i già penalizzati e risicati bilanci delle famiglie.