Riceviamo da SEL Castel Giorgio e pubblichiamo.
Tra il 20 ed il 22 gennaio, scadranno i 60 giorni da quando è stato ripresentato in Comune il progetto dell’impianto geotermico previsto in Loc. La Torraccia.
Ormai quasi tutti i cittadini sanno quali rischi tale progetto potrebbe comportare per il paese, per l’altopiano dell’Alfina e per i dintorni.
Rischi sismici, di inquinamento delle falde acquifere, di rumorosità diffusa e continua e di possibili danni ambientali e paesaggistici.
I vantaggi pochi se non inesistenti: né in termini occupazionali né altro. Forse solo un irrisorio indennizzo economico a favore di casse comunali in condizioni sempre più precarie (vedi gli ultimi rilievi della Corte dei conti) nonostante i continui aumenti di tariffe e tributi.
Ma un eventuale indennizzo economico (per altro estremamente esiguo e per di più una tantum, cioè versato una sola volta e non annualmente) non può certo essere certo né un motivo valido né tantomeno sufficiente per autorizzare opere che arrecherebbero solo danni al territorio. Non solo nell’immediato presente ma anche e soprattutto nel prossimo futuro, per i giovani di oggi e di domani.
Di fronte ai rischi che potrebbero derivare dalla messa in opera del piano, un’amministrazione che non dispone più neppure della maggioranza non può dire sì ad un progetto non condiviso, senza consultare prima formalmente i cittadini.
Del resto anche la proposta approvata nel Consiglio comunale del 21 dicembre u.s., quella cioè di dare mandato alla giunta di istituire una commissione per la geotermia ci sembra non consona, inadeguata e fin troppo generica.
UNA SCELTA CHE SOLO I CITTADINI POSSONO FARE
Per tanto, come già hanno fatto altre associazioni, anche noi invitiamo i cittadini a tenersi informati e ad intervenire per chiedere ed esigere di essere formalmente e direttamente coinvolti ed interpellati su una scelta che tanti rischi (e nessun vantaggio concreto) comporta per il paese.
In certi casi non si può e non si deve fare a meno di tenere nel giusto conto la volontà popolare.
Soprattutto quando un’amministrazione non ha più una maggioranza, va avanti con consigli comunali tenuti solo in seconda convocazione e può cadere da un momento all’altro.
Un’amministrazione che non ha più la necessaria autorevolezza né fiducia politica e non può più parlare a nome della maggioranza dei cittadini, non può impegnare le prossime generazioni in progetti ed opere non condivise e rischiose per l’intero territorio dell’Alfina.
Sinistra ecologia e libertà Castel Giorgio