Un paio di giorni fa, i lettori perdoneranno l’autocitazione, scrivevo a proposito dell’elezione del nuovo segretario del PD orvietano, Andrea Scopetti, che “Nella costruzione della sua segreteria sarà utile che presti attenzione all’esigenza di novità, pulizia e competenza che è emersa nell’elettorato e che un errore di impostazione dell’immagine potrebbe definitivamente compromettere a favore del centrodestra. Auguri a Scopetti e speriamo che san Pietro Parenzo, seppure da tempo distratto, lo illumini”.
Scopetti non ha certo tenuto conto del mio invito, ma sicuramente, nel costruire la sua comitiva, ha capito come me che non si poteva sbagliare il messaggio. San Pietro Parenzo ha offerto il suo contributo e così ne è uscita una schiera di dirigenti che possiedono tutte le caratteristiche necessarie ad operare per il bene della città. Devo confessare che non ritenevo che ce l‘avrebbe fatta a liberarsi dal guinzaglio che più di uno pensava di potergli tenere corto, ma sapevo che avrebbe potuto. Ora è libero di scorrazzare, di costruire e concretizzare un progetto per la città, insieme a chi nel suo partito vorrà esserci. Qualcuno tenterà di riprenderlo, di tenerlo, magari a guinzaglio lungo, di proporgli la polpetta gustosa, di minacciarlo con la verga, di riconquistarlo con le carezze, qualcuno tenterà anche con la polpetta avvelenata. Il fatto che nella sua direzione non ci siano in giro personaggi sdruciti significa che non hanno potuto esserci, non che non hanno voluto. E questo è foriero di buone azioni, non soltanto di buone intenzioni.
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