di Nello Riscaldati
Mancano 30 giorni all’alba! O al tramonto! Non lo sappiamo, non abbiamo dati credibili, gli elaboratori sono tutti di parte e quindi tendenziosi. Abbiamo interpellato le nostre stazioni sulla Luna e su Marte ma tutti i dati concordano nel riferire una pessima visibilità sull’Italia dato il persistere da qualche settimana di una turbolenza dovuta ad una stagnazione barica.
Sonde inviate per raccogliere dati trasmettono una monotona serie di parole che si ripetono più o meno ad intervalli regolari e alle quali gli elaboratori non sono finora riusciti a dare un senso. E’ quindi evidente come sia impossibile anche per gli osservatori interplanetari formulare ipotesi sugli sviluppi della situazione.
Due giorni (marziani) fa un piccolo laboratorio installato da alcuni coraggiosi su Eureka, un satellite troiano di Marte, per lo studio dei bosoni di Higgs, ha captato, proveniente dall’Italia, una grande quantità di applausi privi di significato non essendo i sensori riusciti a decrittare il chi, il dove, il quando e il perché.
E così chi ci osserva dallo spazio conclude che sotto i cieli d’Italia la confusione è veramente immensa.
Appena però sotto la coltre di nubi ecco che vedi una nave errante “in gran tempesta” e con bisogno urgente di nocchiero.
Un legno mulinato da turbini scatenati dalla furia di potenze occulte tanto che il pensiero ti corre immediato alle sfortunate navi di Ulisse e di Enea in lotta con gli Dei. Ma questa volta il Fato si dimostra benigno e al grido di dolore, ecco che prontamente accorrono 200 (forse più) aspiranti nocchieri, alcuni di lungo corso, altri alla loro prima tempesta.
D’accordo questo è uno dei tanti modi osceni per raccontare qualcosa, qualsiasi cosa, ma è anche giusto ammettere che questa campagna elettorale, almeno finora, non merita molto di meglio. Iniziata troppo presto e con illimitata dovizia di Rete e Tv si sta ora trascinando tra battute, insulti, caricature, e ammonimenti del tipo: stavamo messi male, stiamo messi male, staremo messi male, mentre una vocina perenne, come le lucette del Camposanto, ci ricorda che siamo in depressione,…che il futuro sarà ogni giorno più nero, che il PIL calerà più del previsto, che la Banca d’Italia vede grigio,…che la Banca Centrale vede grigio scuro,…che la Merkel non scuce una lira,…che a primavera ci sarà una “manovra” e che finito questo tunnell dovremo subito imboccarne un altro.
Per carità sarà tutto vero, le cose andranno anche peggio delle previsioni più tetre, ma per quel poco che ne so l’ultima cosa che deve atteggiare un medico quando di avvicina al letto di un paziente con prognosi severa, è una faccia scura e un atteggiamento freddo. Non si può far morire la speranza in colui che spera.
“Primum vincere deinde politicari”. Orribile anche questo! Ma i salvatori attuali dell’Italia in queste settimane pensano, come è ovvio, a vincere, si arrabattano cioè a chiederci voti convinti, poco convinti, voti utili, voti di protesta o di proposta, seri, poco seri, voti dati a dispetto oppure per desistenza, insomma voti, tanti voti, senza spiegare all’elettore, questa volta veramente annichilito, per quale via o per qual moto delle sfere celesti, scucendo il suo voto secondo i suggerimenti, potrà di nuovo ritrovarsi qualche soldo in tasca e fare la spesa e consumare facendo si che le industrie rimettano in movimento le catene per produrre quello che consumiamo e le botteghe di nuovo aprire i loro battenti. Dovrebbe essere il lavoro il tema della campagna elettorale, campagna che invece finora rassomiglia più che altro ad una monotona lite di vicinato. Speriamo migliori in futuro.
Anche i sondaggi sono diventati una specie di sport nazionale. Da settimanali che erano oggi sono diventati addirittura quotidiani. L’elettore scafato l’ha capito e non dice più la verità.
Noi, dopo lungo confabulare e telefonare ci sentiamo di convalidare, ma solo per una settimana, il seguente:
Berlusconi………………….22,5
Bersani………………………29,5
Casini………………………….3,0
Fini………………………………1,0
Grillo………………………….15,0
Ingroia………………………..5,5
Lega……………………………6.0
Monti………………………….8,5
Storace………………………1.5
Vendola………………………4,0
Altri……………………………3.0
È insomma una guerra di tutti contro tutti con tante trincee ma senza un fronte e dove l’armistizio si firma dopo la fine delle ostiità.
Al momento i contendenti si limitano ad una guerra di posizione con dichiarazioni del calibro: “Io con te non ci vengo”, “io a te non ti ci voglio”, “voi siete gente d’un altro secolo”, “fate lavare le vostre liste” “avete portato l’Italia sull’orlo del precipizio”, “eravamo al punto di non poter pagare gli stipendi degli impiegati,…solo i nostri potevamo pagare”,…e via dicendo.
Certo non siamo al top della democrazia e so di non dire nulla di nuovo anche perché su simili argomenti sono state scritte centinaia di pagine. Oggi qualsiasi cosa tu dica o scriva tieni presente che è già stata detta o scritta o che verrà detta o scritta di qui a poco.
E in tutto questo casino, in questo guazzabuglio globale dove anche chi potrebbe e vorrebbe venirne fuori fa fatica a distinguersi, c’è una parte di popolo che, tra lo stupito e lo schifato, sta a guardare anche perché non può fare altro: sono i giovani, i ragazzi, i bambini, i neonati, i primi appena coscienti, tutti gli altri inconsapevoli di un futuro che per loro sarà molto meno attraente di quello dei loro genitori.
Certo vanno aggiunti i precari, gli esodati, i disoccupati, i cassaintegrati. La campagna elettorale dovrebbe essere fatta in loro nome. Sono loro le priorità, o meglio la priorità è “il lavoro”, quel lavoro che molti hanno perduto e che altri faranno fatica a trovare. Tutto il resto sono chiacchiere. Alla prossima.