È la prima volta dal 1948 che assistiamo ad una campagna elettorale che può essere paragonata sia ad un tressette col morto (Grillo che non compare mai in dibattito ma che vi è presente e di che tinta), sia, meglio ancora, ad una scena dove almeno in quattro entrano contemporaneamente in una fitta boscaglia per muovere ciascuno alla caccia degli altri tre ed essere a loro volta ciascuno dagli altri tre cacciato. E così sarà per quaranta giorni e quaranta notti fino alla sera del 25 febbraio quando appunto, secondo le regole, uno solamente dovrebbe venirne fuori vincitore. Costui però lo sarà solo se ne uscirà con tutte due le gambe,…e cioè Camera e Senato,…se ne avrà una sola, e cioè la Camera, dovrà rientrare nella boscaglia e cercare lì il co-vincitore con il quale contrattare la vittoria.
La campagna elettorale è oggi acusticamente silenziosa, la rete è silenziosa, la Tv può essere tenuta bassa o non accesa, lo stesso vale per la radio, eppure c’è attorno a noi un fuoco talmente incrociato e fitto e continuo di notizie, spesso cretine, riguardanti più che altro la politica–gossip, ma dette e ripetute, fritte e rifritte, dall’alba a notte fonda, che anche la ricerca di un silenzio greve ti diventa rumore pure a confronto a quello delle vecchie “500” con altoparlante che negli ultimi decenni del secolo scorso andavano ronzando per vie, piazze e vicoli sillabando per interi pomeriggi:
“Cittadini-compagni-lavoratori, questa sera alle ore 21 in Piazza della Repubblica comizio del compagno,…intervenite e fate intervenire,…cittadini-compagni-,…”
E così per tutto il pomeriggio si dispiegava la potenza e l’efficienza organizzativa del P.C.I.. In compenso la sera la piazza era piena ed era piena perché intervenivano tutti: comunisti, socialisti, democristiani, liberali, missini, repubblicani, curiosi, passanti, bighelloni….insomma tutti e, tra un gelato e una bibita, ne veniva fuori un’epopea di lotte, di battaglie, di traguardi conseguiti e da conseguire e anche se all’epoca la distanza tra l’oratore e i presenti era maggiore di quella odierna, gli astanti, iscritti o simpatizzanti, si sentivano riempire dalle parole del compagno oratore venuto dalla città e la sensazione dell’immancabile, futura vittoria diventava certezza attraverso i loro sorrisi e i continui gesti di assenso. E il successo del comizio era un premio per tutti. E chi si sentiva legato a quella parte tornava a casa stanco ma soddisfatto e con qualcosa che dentro gli sussurrava:“stai tranquillo, vinceremo noi!”. E difatti, eccetto l’ultima volta, nel nostro Comune hanno vinto sempre loro.
L’altra sera Berlusconi è andato da Santoro. Gran teatro della politica. Il Cavaliere sì è fatto nove milioni in diretta ed un’altra quindicina con i rimbalzi dei telegiornali e della rete.
Ora se un candidato trova il modo per riuscire a parlare d’un sol colpo a metà dell’ elettorato italiano qualcosa questo vorrà pur dire. Costui non può aver fatto tutto da solo!
Sapevamo che il Cavaliere sa giocare le sue carte, ora sappiamo anche che spesso riesce a far giocare agli altri le carte che vuole lui, tanto che gli allibratori londinesi, annusato il business, si dice che stìano accuratamente rivedendo le quote.
Si dice pure che il buon Bersani, il giusto Bersani, il cauto Bersani abbia trascorso le ultime notti gironzolando per la stanza da letto chiedendosi ”Ma insomma, ragassi, ditemi voi se il Berlusconi va combattuto attaccandolo o ignorandolo?”.
Monti invece ci è venuto addirittura a trovare a Orvieto inducendo con il suo arrivo misure di sicurezza tali che non si videro manco quando venne Mussolini. Questi personaggi titolari di scorte che vanno in giro predicando austerità non si rendono conto di quanto ci costi, oltre lo stipendio e i rimborsi che percepiscono, ogni loro spostamento.
Si teorizza che un qualcuno venga scortato quando si hanno fondati motivi di pensare che non appena, per assurdo, detta scorta dovesse addormentarsi in toto, entri in scena un tizio o una tizia muniti di lupara o di kalashnikov per farlo fuori senza pietà. Ora può darsi che per alcuni, pochi, pochissimi questo sia anche verosimile, ma vi sono centinaia di scortati per i quali non si troverebbe un killer, ma manco uno spernacchiatore semplice, nemmeno a pagarlo a peso d’oro. La verità è che la scorta è da tempo diventata un orpello che sta a significare che lo scortato, dal Presidente del Consiglio alla Prima Forbice del Quirinale, ha diritto all’ornamento e la gente lo rispetta per questo.
E veniamo al nostro tentativo di sondaggio senza pretese che non è però solo un prodotto dalla casa ma è anche frutto dell’ elaborazione di dati più o meno veri e più o meno tendenziosi che fioriscono in questa stagione nei mille angoli della rete.
Il Cavaliere è passato dunque all’incasso di quanto seminato da Santoro e ha scavalcato le Alpi, Bersani arretra di poco su posizioni più difendibili, Grillo s’ avvantaggia di qualcosa spinto dall’onda dell’indignazione per il contrassegno clonato, Grillo è bravissimo anche nell’arte della lamentazione a prescindere. Monti lucra un punto dovuto alla sua instancabilità televisiva ed alla piega amara che assume la sua rima orale quando comincia ad andare giù pesante. Cosa anche un pochino sorprendente visto l’aplomb del personaggio e l’acquisito titolo di senatore a vita. Ma vediamo che cosa andrebbe a succedere:
Berlusconi……………21,5%
Bersani………………..30,5%
Casini……………………..3,5%
Fini………………………….1,0%
Grillo………………………14.5%
Ingroia…………………….5,0%
Lega……………………….5,5%
Monti……………………….9.5%
Storace …………………..2.0%
Vendola…………………..4.0%
Altri………………………….3,0%
Come vedete d’effervescenza ce n’è e tanta. Ai politici resta solo da trovare il modo per stabilire un nesso tra tanta dichiarata voglia di fare, di ripulire, di risanare, di rinnovare, e le strade piene di buche, le frane, la sistemazione del territorio, del Parlamento e del suo costo, della burocrazia, dei suoi tempi e dei suoi costi, e poi, sempre questi politici che per ora si limitano ad insultarsi e a prendersi in giro ponendosi come esempi di stile e di maturità, dovranno pur trovare il modo di accordare le dichiarazioni sulla crescita e lo sviluppo con gli uomini e le donne di questo Paese che sono costretti a chiudere bottega e ad andare a spasso per carenza di pecunia, per la qualcosa non spendono e di conseguenza altri non incassano e non incassando a loro volta non pagano i creditori che a loro volta non incassano. Ed è allora che il tapino della strada si domanda: “Ma dove sono andati a finire tutti i soldi?”.
Io la risposta non la so, però una riflessione voglio proporvela:
Ma voi avete fatto caso che tutti coloro che in Tv parlano, giorno e notte, a pensionati, precari, stagionali, cassaintegrati, licenziandi e licenziati, di rigore, di tagli, di limiti alla spesa,…avete fatto caso che di tutti costoro che illustrano ai meschini come si campa in tempi di crisi non ce n’è uno che è uno che guadagna a dir pochissimo meno di cinquemila euro al mese? Alla prossima.