ORVIETO – Un appello ai riformisti a restare uniti dopo il voto che è anche una mano tesa a Pierluigi Bersani in funzione anti Berlusconi e Lega. Ad Orvieto dal palco della XIV assemblea annuale di Libertà Eguale, Monti non fa campagna elettorale marcata, ma lascia intravedere la nuova strategia scattata all’indomani della performance di Berlusconi da Santoro.
“Qualunque sia l’esito delle prossime elezioni auspico che si faciliti la cooperazione tra i punti riformisti che sono in ogni partito” ha detto il Professore ai montiani del Pd, dando il via apparentemente ad un processo di avvicinamento del centro montiano verso i Democratici.
E che Monti abbia letto i sondaggi è evidente anche da una battuta profondamente autoironica.
“Da molto tempo – ha detto Mario Monti – non sono più capace di fare relazioni introduttive ma probabilmente presto mi riaddestrerò per questo mestiere”. Che preconizzi di dover lasciare palazzo Chigi per tornare in cattedra? Monti ha quindi sottolineato l’esigenza per i prossimi governi di non tornare indietro sulle riforme e sulle politiche europeiste. Aderente al tema dell’incontro di studio dei morandiani, “Riformismo versus populismo”, Monti è andato anche oltre. “A chi dice che la politica europea debba assomigliare di più a quella nazionale, io rispondo: Dio ce ne scampi” ha detto il Professore convinto, al contrario che “la radice di una certa crisi della politica europea” risieda “negli stati membri con il riferimento spesso fuorviante all’asse destra – sinistra”.
Poi è tornato a punzecchiare il dirigente Democratico Stefano Fassina, che recentemente aveva indicato al segretario Pd, Pierluigi Bersani come rappresentante della componente da “silenziare” in quanto conservatrice anziché riformista. Parlando delle differenze fra Vendola, Fassina, Casini e Bocchino, Monti chiama l’esponente democratico “onorevole”. Stefano Ceccanti, seduto accanto a lui, gli fa notare che Fassina non è deputato. “Però è così presente nel dibattito”, risponde dapprima Monti. Che poi insiste: “Ah quindi non è onorevole Fassina?”. E ancora, autoironico: “I laureati alla Bocconi esercitano tanta influenza anche nei luoghi dove non siedono”.