Leggo con attenzione e colpito, dai giornali locali online, il bilancio di Umbria Jazz Winter 2012: 50mila presenze, 150 persone che hanno lavorato nello staff dell’organizzazione……
Sono soddisfatto anch’io, come gli altri operatori turistici, ho guadagnato da questa manifestazione.
La mia piccola struttura ha fatto il pieno, come tutte le altre, ospiti soddisfatti con la promessa che ritorneranno.
Con i proventi dell’incasso progetto anche di poter uscire a cena in un ristorante, è tanto tempo che non me lo concedo più, di accendere un po’ di più il riscaldamento, quando non ho ospiti non lo attivo, per risparmiare. Qualche maglione in più per lavorare e studiare e quando il freddo è più pungente il cappotto.
Sono anche io tra gli italiani che tirano la cinghia in questa lunga crisi economica.
Ho guadagnato e spendo, incrementando i consumi, alimentando con ciò il circolo virtuoso dell’economia, senza essere ne consumista ne edonista.
UJW indica una strada.
Orvieto, città d’arte, con la sua squisita struttura urbanistica, i suoi monumenti ed il suo circondario, posta centralmente in Italia, collegata che meglio non si può, è sede ideale di eventi e manifestazioni.
Abbiamo avuto la capacità di organizzare con successo UJW perché non estendere anche al resto dell’anno la possibilità di organizzare manifestazioni ed eventi con benefici reali e tangibili per tutti?
150 persone hanno lavorato nello staff di UJW.
Ho ben presente la folla di pendolari che tutte le mattine dei giorni lavorativi si recano a Roma per lavoro. Perché non progettare un modo di far rimanere in città i futuri pendolari e di impiegare i giovani?
Ne abbiamo le capacità e le risorse potenziali, perché non metterle a frutto?
Esistono inoltre in città due altre strutture già pronte, solo da utilizzare per ricavarne benefici e che si intonano alla vocazione reale di Orvieto città alta.
Mi riferisco al CENTRO STUDI e al PALAZZO DEI CONGRESSI.
Solo una politica miope può affossare l’idea del CENTRO STUDI, per il suo potenziale valore culturale ed economico, anzi esso va potenziato perché, se adeguatamente ed intelligentemente gestito, può essere fonte di cultura e ricchezza economica.
La possibilità di avere molti ragazzi stanziali, occasionalmente le loro famiglie, significa ricchezza per albergatori, ristoratori, per il commercio e opportunità di lavoro intorno a questa realtà.
Il PALAZZO DEI CONGRESSI, inutilizzato per la più parte dell’anno, per la cui ristrutturazione sono stati spesi molti soldi di tutti – soldi pubblici – può essere fonte, se adeguatamente promosso, di presenze stabili per tutto l’anno.
L’invocato grande albergo per accogliere i congressisti, a mio avviso non è necessario, essendo Orvieto, per la sua struttura urbana, città-salotto.
Di fronte a tali potenzialità ci comportiamo come una realtà del Sud.
Alcuni anni fa in un mio viaggio in Sicilia rimasi colpito dalla bellezza dell’isola, le città, le zone archeologiche, i templi, i teatri greci, centinaia e centinaia di chilometri di bellissima costa e di magnifico mare.
Una ricchezza. Eppure la Regione Sicilia ha gli organici di addetti tra i più alti d’Italia, rappresentando forse la più grande azienda dell’isola e pesando sulla collettività.
I Siciliani, come anche noi, non sanno sfruttare le loro magnifiche risorse. I Romagnoli al contrario con le loro spiagge ed il loro mare che impallidisce a confronto con il mare e la costa sicula, hanno saputo e sanno trarre ricchezza ed occupazione dalle loro risorse. Nella mia immaginazione ogni famiglia della riviera romagnola possiede un albergo, non credo di essere con ciò tanto lontano dalla realtà.
Preferiamo tirare a campare con il lavoro in ospedale, al Comune, nelle scuole, nelle professioni.
Siamo cristallizzati.
Ci comportiamo come quei commensali che di fronte ad una tavola imbandita di prelibatezze non si mettono a mangiare, preferendo la solita minestra scialba, oppure come persone che di fronte ad una donna o uomo belli e affascinanti rinunciano a corteggiarli e goderne.
Abbiamo molto a parlare delle vicende politiche nazionali dichiarandoci delusi, del malgoverno, ma nella nostra realtà locale agiamo grosso modo alla stessa maniera, trascinandoci appresso da decenni problemi irrisolti.