A proposito di cambiano il sistema scolastico e quasi NESSUNO se ne accorge del prof. Franco Raimondo Barbabella, ritengo di dover intervenire non soltanto come iscritto all’Associazione Culturale “Orvieto-scuola al centro”, ma anche come cittadino.
Da nove anni, cioè da quando ho smesso di essere operatore scolastico, ho scritto di scuola e posso tranquillamente dire che pochissimi se ne siano accorti, per tanto invito l’amico Franco e collega, anche di quiescenza, a non farne un problema.
Prima di entrare nel vivo della questione, voglio, però, mettere in evidenza che sostanzialmente sono d’accordo almeno per il 60/70% su quanto detto dal prof. Barbabella.
Desidero aprire e subito chiudere l’argomento sede del Liceo Artistico, sul quale ho scritto lunghe ed articolate note, di cui non solo non se ne sono accorte le Istituzioni obbligate a gestire la quaestio, ma neanche i diretti interessati (operatori scolastici, genitori ed allievi di tale scuola) hanno recepito il messaggio, pertanto mi auguro che in questa occasione si sentano provocati e prendano posizione.
Relativamente alla razionalizzazione della rete scolastica nel rispetto dei nuovi numeri che la normativa impone, devo dire, invece, che in parecchi se ne sono accorti a cominciare dall’Associazione sopra citata e di cui faccio parte insieme ad altri 100 (cento) iscritti circa, che ritengo non siano tanto pochi, ma anche altri cittadini hanno espresso interesse ed al contempo preoccupazione in merito, temendo la caduta di titolarità dirigenziale del polo del centro storico con particolare rifermento alla scuola secondaria superiore.
L’associazione culturale “Orvieto-scuola al centro “ non solo se ne è accorta, ma ha espresso ed inviato il proprio parere per iscritto all’Amministrazione Comunale di Orvieto, a quella Provinciale, ovviamente di Terni, ed al Consiglio Regionale.
Il criterio più importante su cui si è basato il pensiero dell’Associazione è stato proprio quello della ripartizione per aree geografiche e cioè un polo e relativa dirigenza in Orvieto centro ed un altro, con gli stessi crismi, ad Orvieto Scalo/Ciconia.
Ciò consente la presenza continua e puntuale del dirigente, tenendo presente che se l’Artistico dovesse tornare nella sua sede storica, Palazzo Monaldeschi della Cervara, nel centro storico i quattro istituti ( Liceo Artistico, Classico, delle Scienze Umane ed Istituto Professionale) rientrerebbero nella distanza massima 250/300 metri, mentre allo Scalo, Liceo Scientifico ed Istituti Tecnici, insisterebbero, come noto, sulla stessa area.
Anche i numeri degli studenti nella ripartizione suddetta sono da considerarsi diversi, in quanto il Liceo delle Scienze Umane, oggi al terzo anno di corso, a regime dovrebbe crescere di 50/60 unità, pertanto il numero complessivo del polo del centro storico salirebbe ad 800 (ottocento) allievi circa, tenendo presente che un equilibrio perfetto, 900 studenti per polo, è difficile ottenerlo qualsiasi possa essere la ripartizione.
Non mi preoccuperei più di tanto dell’eterogenità della composizione degli Organi Collegiali, Collegio dei Docenti e Consigli di Classe, in quanto la differenza di conoscenze, se ben gestita, può diventare occasione di risorse e di crescita sia operativa che culturale.
Per quanto riguarda l’istituzione del biennio dell’indirizzo di Agraria a Fabro, da una parte faccio i complimenti ai Comuni e alle relative amministrazioni dell’Alto Orvietano, dall’altra devo dire che tale biennio, pur rimanendo in quell’area, sarebbe dovuto nascere quale sezione staccata dell’Istituto Professionale di Orvieto.
Franco ha ragione da vendere, relativamente alla concessione del Liceo dello Sport a Narni anziché ad Orvieto, ma ciò non deve meravigliare, poiché qualche anno fa il Liceo Musicale, dopo che il Liceo d’Arte di Orvieto aveva lavorato dal 1999/2000, anche con motivazioni plausibili per ottenerlo, è stato concesso all’ex Istituto Magistrale di Terni.
Tutto quanto sopra sta a significare che per il prossimo futuro, Enti, Agenzie Culturali, Associazioni, Amministrazioni locali e soprattutto i cittadini di Orvieto è bene che prendano posizione sull’avvenire educativo e culturale della città.