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Home Politica

La Regione toglia l’ASL a Terni e “svuota” la città

Redazione by Redazione
7 Gennaio 2013
in Politica, Secondarie, Archivio notizie
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Riceviamo dalla UIL di Terni e pubblichiamo

Per domani è prevista la comunicazione dell’ASL ai sindacati sulla nuova riorganizzazione a seguito dell’avvenuta unificazione dal 1 gennaio tra Asl 4 e Asl 3, riorganizzazione i cui tratti sono già però emersi nei diversi incontri con il personale. Accade quello che si temeva: un ulteriore depauperamento della sanità ternana con il trasferimento dei centri direzionali a Foligno-Spoleto.

Sia ben chiaro, da parte nostra non si tratta per niente di un pur giustificato campanilismo ma di difendere la qualità dei servizi per i cittadini e di evitare un ulteriore impoverimento del tessuto economico-sociale del territorio.

In pratica, come dice la delibera della Regione Umbria, mentre a Perugia (città capoluogo di Provincia) resta la direzione dell’ASL frutto dell’unificazione tra quella di Perugia e quella di Città di Castello a Terni invece (città anch’essa capoluogo di Provincia) , usando immotivatamente un altro metro, la Regione ha assegnato solo la sede legale, e solo provvisoriamente per 6 mesi.

Insomma il declassamento di Terni città capoluogo di Provincia non riuscito a Monti lo ha iniziato a fare concretamente proprio la Regione.

Inaccettabile certo. Ma c’è ancora di più.

Pur prescindendo infatti dalla sede legale quello che conta è la sede delle Direzioni, cioè delle strutture dove si decide e si amministra. Esse vanno, secondo quello che emerge in ambienti ASL,  tutte a Foligno-Spoleto. Si tratta delle Direzioni Ragioneria (tecnico-finanziario), Personale, Provveditorato (acquisti), Tecnico (progettazioni e manutenzioni). In pratica le quattro direzioni che rappresentano il cuore delle Aziende.

Si concentrano inoltre nel folignate anche le Direzioni di Staff: legale, relazioni sindacali, affari generali, controllo di gestione, sistema informatico, prevenzione e protezione. Nel territorio della Provincia di Terni resterebbero solo tre direzioni, di cui una ridotta a un ruolo marginale (es: convenzioni).

In pratica tutti i centri direzionali che contano se ne vanno dal Ternano concentrandosi invece su Foligno-Spoleto.

Questo è il problema vero, perché è evidente che è proprio dove è la “testa” e le strutture operative  poi si concentreranno ovviamente le “ attenzioni”.  Una scelta che non trova alcuna giustificazione logica, se non la volontà della Regione di penalizzare ancora Terni.

Infatti depone a favore di Terni non solo che, a differenza di Foligno, è (ancora) capoluogo di provincia ma anche che vanta una maggiore popolazione, un maggior numero di comuni ed ancora una  posizione centrale rispetto al territorio della nuova ASL. Nulla invece depone a favore di Foligno.

Infatti il nostro territorio conta 220.000 abitanti contro i 160.000 di quello della vecchia ASL3 (Foligno Spoleto).  32 sono i Comuni nel nostro territorio mentre in quello del folignate-spoletino sono 22.

Una scelta, da parte della Regione, perseguita con un disegno strategico teso a penalizzare Terni e messo in moto da tempo. Infatti mentre a Foligno investivano sul personale e sulle strutture a Terni si depotenziavano i servizi per farci arrivare all’appuntamento nella veste dei parenti poveri che nulla hanno a pretendere. Purtroppo quello che la UIL segnalava da tempo, invano.  Nel silenzio delle istituzioni locali e di qualche organizzazione sindacale.

Alcuni dati sono eclatanti:

Come detto a Foligno si hanno 80.000 abitanti in meno rispetto a noi ma 540 dipendenti in più. Infatti lì sono 2049 con un costo che si aggira sui 108 milioni, da noi sono solo 1509 con un costo che si aggira intorno agli 85 milioni.

La situazione è ancora peggio sul versante sanitario: infatti lì hanno fatto ben 27 primari mentre la vecchia Asl4 ne conta solo 14. Persino sui caposala c’è uno squilibrio inconcepibile: 160 a Foligno e 55 a Terni.

Si è perseguito dunque, con la responsabilità degli assessori regionali ternani e delle istituzioni locali, un disegno di ridimensionamento e di taglio di servizi che ora ci porta ad aver un ruolo meramente esecutivo, marginale,  con danno per la nostra popolazione e il nostro territorio.

E’ eclatante il fatto del Dirigente delle Professioni (infermieri, tecnici di laboratorio, terapisti, ostetriche, radiologi) che a Terni non si è mai voluto fare e che invece a Foligno, in vista dell’unificazione, si è rinnovato solo verso la fine di dicembre 2012 e cioè appena in tempo per rivendicare anche questa direzione.

Colpevoli anche le Amministrazioni di Narni e Amelia, che hanno parlato tanto di nuovo ospedale illudendo le rispettive popolazioni, ed invece hanno taciuto alla perdita dei primariati di chirurgia e medicina.

A rimetterci anche il nostro ospedale S.Maria che ha finanziamenti notevoli dall’ASL 4 e che è difficile abbia a lungo risorse anche dalla nuova ASL folignocentrica. Nessuno – in queste condizioni – può scommettere che possa esistere per molto tempo l’autonomia dell’Azienda Ospedaliera cittadina.

In sanità la qualità dei servizi è data dalle strutture, dalle attrezzature ma soprattutto dal personale. E’ evidente che il ternano è stato penalizzato sino ad ora e che ora lo sarà anche di più, concentrando la testa pensante ed operativa altrove.

Un disegno che viene da lontano e che ha visto, tra l’altro, dal 1995 ad oggi al vertice di quella che era l’ASL 4 del ternano un solo direttore generale “indigeno” su 6 (provenienti  2 da Foligno, uno da Ancona, uno da Perugia e 1 da Macerata). Ed ecco i risultati. Per noi negativi ma certo voluti dalla Regione visto che a tutti i direttori ha erogato incentivi significativi.

I cittadini di Terni non possono più  assistere passivamente al costante depauperamento del nostro territorio (Tevere-Nera, edilizia ospedaliera, agenzie regionali, uffici regionali, asl, inceneritori, mancato riequilibrio territoriale, ecc..) ma è ora che si ribellino con forza.

La UIL ha organizzato in tutta fretta  una immediata protesta per domani alle 15,30 a Palazzo Spada in occasione del Consiglio Comunale.  Chiediamo agli amministratori  di intervenire immediatamente per bloccare la proposta riorganizzativa dell’ASL e di far trattare Terni come l’altra città capoluogo dell’Umbria.

La sede della nuova ASL (legale e amministrativa) non può che essere a Terni.

Siamo disposti a metterci dietro agli amministratori comunali e provinciali  in questa battaglia ma se non se la sentono di farla questa battaglia, o non se la sentano di farla fino in fondo e con convinzione,  allora è meglio che se ne vadano.

Per il bene della città.

                                           

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