E’ quanto recita il “manifesto” voluto dalla Regione Umbria per celebrare il Giorno della memoria. “Oltre 7000 gli ebrei deportati dall’Italia. Morirono in5970”, ricorda ancora lo stesso manifesto.
“E’ compito delle Istituzioni pubbliche, ma anche delle scuole, delle associazioni, di ciascuno di noi, dare vita a momenti di riflessione sulle atrocità della Shoah, affinché vi sia una memoria davvero condivisa di ciò che è stato e mai più dovrà essere. E’ quanto afferma la presidente della Regione Umbria, in un messaggio in occasione della Giornata della memoria del 27 gennaio 2013.
“Furono sei milioni gli ebrei di tutta Europa – ricorda la presidente – che vennero uccisi nelle camere a gas ed i cui corpi vennero bruciati nei forni crematori: con loro anche zingari, omosessuali, malati di mente, comunisti, oppositori politici, testimoni di Geova, teologi protestanti, come Dietrich Bonhoeffer, preti cattolici, come padre Kolbe…… Ma questo è solo una parte di quanto avvenne: pagine e pagine di libri, migliaia di fotografie, riprese filmate, testi teatrali , testimonianze come quella di oggi non sono state ancora sufficienti a raccontare tutta la storia ……”
“Come ha profeticamente scritto Tullia Zevi – aggiunge la presidente -, prima di lasciarci, nel 2011, all’età di 92 anni: ‘Il tempo della testimonianza volge alla fine ed è giustificato il timore che, con lo spegnersi della memoria dei sopravvissuti, la verità storica venga manipolata o peggio negata e si vanifichi quindi la lezione che da quegli eventi le generazioni future dovrebbero trarre: la coscienza degli errori e degli orrori del passato e la consapevolezza dei pericoli che sempre incombono. Pericoli che si manifestano, oggi, nell’intolleranza, nel razzismo, nel perdurare del pregiudizio antisemita, nella violenza criminale e terroristica’”.
Per la presidente “il Giorno della memoria offre, pertanto, una preziosa opportunità di riconoscimento delle responsabilità storiche, collettive e civili, dei meriti dei giusti, noti e ignoti, che si opposero a leggi vergognose e a comportamenti folli. Il riconoscimento mentre guarda al passato rappresenta una scommessa sul futuro, in quanto ha nelle giovani generazioni il principale riferimento e destinatario”.