di Massimo Gnagnarini
“Come si fa a Orvieto per innalzare la qualità dei servizi erogati ai cittadini e alle imprese e nel contempo a stimolare la ripresa economica della città diminuendo i tributi locali e salvaguardando il principio del pareggio di bilancio ? ”
Questo è il tema del “compito in classe” da assegnare ai consiglieri comunali e aspiranti tali che dovrebbero svolgere, ognuno per conto proprio, e poi ridiscutere insieme. E’ consentito consultare testi e tabelle, copiare dati, ecc. , mentre chi consegna in bianco la prossima volta resti fuori .
Non che per Orvieto sia finita l’emergenza dei conti pubblici che, anzi, restano in uno stato di pesante compromissione nonostante le buone intenzioni di risanamento dell’Amministrazione la cui azione, però, ha segnato più limiti che successi sia nell’abbattimento del deficit storico attraverso la valorizzazione degli immobili, rimasti finora invenduti o qualcuno regalato, con l’eccellente eccezione della farmacia comunale, sia nel riequilibrio strutturale corrente rincorso con iperbolico innalzamento di tasse e tariffe da un lato e con manovre posticipatorie di oneri e pagamenti dall’altro, come nel caso del contenzioso sui derivati, oppure nelle ottimistiche classificazioni dei residui attivi senza adeguati stanziamenti a copertura.
Altre iniziative di tagli e bonifiche del bilancio, già oggetto di infuocati scontri politici negli ultimi tre anni, possiedono un peso finanziario assai meno significativo di quanto l’asprezza dei toni delle polemiche possa aver fatto intendere. Fin qui il quadro sullo stato attuale che, in quanto opinabile, potrà ad alcuni risultare eccessivamente critico e ad altri, invece, perfino troppo lusinghiero.
Non importa. Quel che conta sarebbe poter condividere le idee mettendo gambe e cervello nella soluzione delle soluzioni ovvero la “messa a reddito della città”, che è un modo diverso di declinare il medesimo tema assegnato ai nostri.
Significa come ricavare soldi, molti, molti più soldi, dai flussi dei visitatori attraverso la mobilità, i beni culturali, le infrastrutture ricettive dello spettacolo e dei congressi. Intendiamoci bene, una parte della città già vive di questo e la stessa non potrà che avvantaggiarsi della messa a sistema di un centro storico pedonalizzato e produttivo. Ma a condizione che gli asset infrastrutturali strategici rimangano e altri tornino (parcheggi docet ) alla gestione pubblica. Per capirci meglio direi basta con le esternalizzazioni, stop alle varie “TEMA.” o “SUPERTEMA, il Comune ha sufficienti risorse umane sul proprio libro paga da poter impegnare e da riqualificare in questa riforma.
Se poi anche l’Assessore al bilancio Maurizio Romiti, che gli orvietani ringraziano anche per aver fatto fermare il Giro d’Italia a Orvieto senza alcun onere, vorrà occuparsene sono certo che si potrà imboccare da subito la strada di una nuova politica delle entrate , capace di risolvere il quesito con il quale si apre il presente articolo, senza attendere nuove elezioni e nuovi protagonisti.