Riceviamo da Andrea Garbini e Paola Carraro per il Gruppo Consiliare CAMBIAMO CASTEL GIORGIO e pubblichiamo.
Nel leggere le considerazioni del segretario provinciale del PD di Terni che non conosce neanche la strada per arrivare a Castel Giorgio, emerge chiaramente lo stato di disintegrazione nel quale versa il centro sinistra provinciale e locale. L’elogio che viene fatto da questo signore verso la Giunta Peparello rappresenta il solito metodo con cui la sinistra considera i territori marginali: un tempo era la sinistra orvietana che dettava il compito a quella di Castel Giorgio, oggi il compito lo deve dettare obbligatoriamente la grande “mamma” ternana, vista la scoppola presa ad Orvieto e vista anche la gravissima situazione che vive il centro sinistra sull’Alfina. In sostanza, con l’intervento di questo signore, la sinistra di Castel Giorgio ha dimostrato di essere commissariata e di essere assolutamente priva di qualsiasi tipo di sovranità a casa propria. L’elogio all’operato di Peparello, non è solo la dimostrazione della sudditanza verso Terni, ma è anche la chiara rappresentazione che la dirigenza ternana (o chi gli suggerisce) non conosce niente della situazione di Castel Giorgio e crede ancora di stare nell’URSS degli anni ’70 dove quello che diceva il grande capo del Soviet era legge. La crisi del centro sinistra di Castel Giorgio, oltre a venire da lontano, è molto più complessa e molto più profonda di come la si vuole rappresentare. Sarebbe troppo facile affermare che queste contrapposizioni, lacerazioni, dimissioni, scontri siano la conseguenza di lotte di potere finalizzate a nuovi assetti. Quello che è successo in questi tre anni e mezzo e quello che sta succedendo in questi giorni è la chiara rappresentazione di una endemica incapacità a governare ed a farlo soprattutto per il bene di tutta la nostra comunità. Lo sappiamo bene e lo sanno tutti che Peparello, Tilli, Focarelli, insieme a qualche altro che muove i fili da dietro ma non ha il coraggio di esporsi, sono fatti della stessa pasta e stanno sullo steso livello. Sono tutti facce della stessa medaglia e nessuno di loro può o deve chiamarsi fuori dai fallimenti politici ed amministrativi degli ultimi anni. Di fronte a questa paradossale e ridicola situazione, ci permettiamo di dare un suggerimento al signore di Terni: la vera questione, caro segretario, non riguarda le piccole beghe di paese o le lotte di potere (ma quali lotte!!); così come le pagelle date da 140 chilometri di distanza su come si è amministrato non bastano più. La vera questione che sta alla base di questa penosa e patetica situazione è la totale incapacità nel fare politica e nell’amministrare. E’ questo il motivo che sta decomponendo una “pseudo” classe dirigente che ha sempre vissuto di luce riflessa ed ha sempre subito il tutoraggio da Orvieto. Oggi i tutor non ci sono più, specialmente se stanno a piazza Tacito. In conclusione facciamo una profezia: in extremis i vari Tilli, Peparello e Focarelli troveranno una soluzione rabberciata fondata sulla spartizione delle candidature alle prossime elezioni. Loro saranno soddisfatti, Castel Giorgio molto meno.