ORVIETO – Alluvione, l’allerta massima è stata attivata nel pieno rispetto delle procedure. Ma il sindaco non ha ricevuto alcun sms. L’amministrazione comunale, all’indomani della pubblicazione del rapporto di evento del servizio Protezione civile della Regione precisa alcuni aspetti relativamente all’operato a livello locale, in occasione dell’alluvione dello scorso 12 novembre.
Il primo è che la protezione civile di Orvieto ha attivato effettivamente l’allerta massima come previsto anche in caso di criticità moderata. “In Orvieto – è detto in una nota – la Protezione civile era assolutamente reperibile ed attivata, con addirittura l’apertura della sala operativa, rispondendo fedelmente alle procedure previste, sulla base delle informazioni disponibili sul sito web della Regione”. Quanto agli avvisi di criticità che il servizio regionale afferma di aver inviato via fax ma anche via sms ai sindaci della regione, l’amministrazione locale afferma che “Tali atti, seppur spediti dalla Protezione civile regionale, non risultano tutti pervenuti al Comune ed al sindaco di Orvieto”. In particolare, l’amministrazione di Orvieto avrebbe ricevuto solo l’avviso di allerta meteo della Protezione civile nazionale (tramite Prefettura di Terni) via fax sabato 10 novembre alle 15 e la famosa mail delle 5,03 della mattina del 12 novembre.
Di qui l’auspicio dell’amministrazione che “le inevitabili discussioni intorno a questi temi possano portare, in tempi rapidissimi, ad una ottimale gestione della comunicazione in emergenza, a tutela della sicurezza dei cittadini”. Per il resto il Comune di Orvieto conferma quanto già noto, ovvero le previsioni pluviometriche che si sono rivelate sbagliate e le conseguenze attese, stimate sulla base delle cartografie di esondabilità redatte dall’Autorità di Bacino del Tevere.
Ecco, a questo proposito non ci sarebbe nessuna contraddizione tra le carte dell’Autorità di bacino e le classi di rischio della Provincia. Lo puntualizza palazzo Bazzani riferendosi alla classe di rischio 3 su 4 attribuita ad una trentina di aziende alluvionate, laddove si è sempre detto fino ad oggi che l’area non era sondabile. “Non sussiste alcuna contraddizione – spiega la Provincia – Le aree classificate a rischio dal Piano di Assetto Idrogeologico sono infatti state integralmente recepite dal piano di protezione civile e ne costituiscono il riferimento di base per la quantificazione del potenziale danno a seguito di un evento alluvionale”. “L’individuazione degli insediamenti abitativi e produttivi sono stati appositamente censiti e ricadono all’interno delle aree inondabili distinte in tre classi di rischio (R4, R3, R2), in relazione ai diversi tempi di ritorno (50, 200 e 500 anni), in termini probabilistici, dell’evento. Nello specifico – conclude la nota – le oltre 30 aziende identificate dal piano provinciale scaturiscono dalla perimetrazione dell’area classificata R3, posta tra via Monteluco, via Monte Cimino e via Costanzi, elaborata dalla stessa Autorità di Bacino”.
Ma non ci sono solo abitazioni e aziende colpite dall’alluvione dello scorso 12 novembre. Ci sono anche alcune scuole. Tra quelle che hanno subito più danni l’Istituto tecnico e professionale Maitani al quale ieri la Cgil ha consegnato un assegno di 3.065 euro firmato dal segretario provinciale Attilio Romanelli. E’ il frutto dell’impegno della Camera del lavoro di Terni, che circa un mese fa aveva lanciato una raccolta fondi tra tutte le categorie e le strutture del sindacato provinciale.