Riceviamo da Pier Luigi leoni, consigliere comunale di Orvieto, e pubblichiamo.
Al Signor Presidente del Consiglio comunale di Orvieto
Ai sensi dell’art. 32 del vigente Regolamento del Consiglio comunale, Le chiedo di inserire nell’Ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio comunale la seguente mozione di indirizzo sull’attività del Sindaco quale capo dell’Amministrazione comunale e sull’attività della Giunta in merito alla riorganizzazione della scuola secondaria di secondo grado nel territorio orvietano.
Siamo ormai a ridosso della fase decisionale sulla riorganizzazione del sistema scolastico dell’Umbria e quindi anche dell’area orvietana.
Per anni i problemi sono stati accantonati come se si risolvessero da soli ed ora si sono aggrovigliati sia per la mancanza di una visione generale della scuola come sistema, sia per una sottovalutazione del rapporto del sistema scolastico con lo sviluppo sia economico che culturale e civile.
Ora però non si può più aspettare e bisogna prendere le decisioni migliori tenendo conto della realtà esistente e però cercando anche di guardare avanti con lo sguardo lungo.
La legge pone dei vincoli e comporta delle conseguenze:
- le scuole di base o del primo ciclo di istruzione (scuole dell’infanzia, elementari e medie) devono diventare tutti istituti comprensivi, appunto istituti che si occupano dell’istruzione dall’inizio fino al compimento del primo ciclo (terzo anno della scuola secondaria di primo grado, ex terza media); la conseguenza è che ad esempio non può più esistere una scuola dell’infanzia e primaria (ex elementare) senza scuola secondaria di primo grado (ex scuola media) o un secondaria di primo grado senza le altre del primo ciclo;
- gli istituti comprensivi che non raggiungono il numero minimo di alunni (normalmente 600) non sono autonomi (cioè non hanno dirigente scolastico – DS – e Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi- DSGA -) e devono essere aggregati ad altri istituti; per essi il numero regolare di alunni è fissato in 1000; la conseguenza è che non è autonoma la scuola media Scalza e Signorelli, che pertanto deve essere aggregata; idem, a livello territoriale, per l’istituto comprensivo di Baschi-Guardea-Montecchio, i cui Comuni hanno chiesto che l’aggregazione delle rispettive scuole avvenga nel modo seguente: Guardea con Attigliano; Baschi con il futuro istituto comprensivo di Orvieto centro; Montecchio con il futuro istituto comprensivo di Ciconia;
- gli istituti secondari di secondo grado (le ex scuole superiori) per essere istituti autonomi devono parimenti avere un numero minimo di alunni, che è fissato in 600; la conseguenza è che non sono autonomi né l’IIS (Istituto di Istruzione Superiore) Tecnica e Professionale “Maitani” (ragioneria, geometri, professioanle), che di alunni ne ha intorno a 500, né l’IIS Artistica e Classica (liceo artistico, liceo classico, liceo delle scienze umane), che di alunni ne ha circa 510; è autonomo solo il liceo Majorana (liceo scientifico, liceo scientifico opzione scienze applicate, liceo linguistico), che di alunni ne ha circa 720;
Dopo una lunga serie di incontri organizzati e gestiti dall’Amministrazione provinciale, assessorato all’istruzione, l’orientamento emerso nell’assemblea provinciale che ha formulato alla fine il proprio parere per il Consiglio Regionale, che dovrà decidere in ultima istanza (entro dicembre), è il seguente:
- due istituti comprensivi, uno con sede in Orvieto centro storico presso la scuola elementare di p.zza Marconi (con le attuali scuole dell’infanzia e primaria + scuola media Signorelli + Baschi) e uno con sede Orvieto Ciconia presso l’attuale terzo circolo didattico (con le attuali scuole dell’infanzia e primaria + scuola media Scalza + Montecchio), ciascuno con circa 1200/1300 alunni;
- parimenti 2 istituti secondari di secondo grado; in questo caso il criterio adottato sembra essere quello geografico: un polo in centro storico, un polo a Ciconia; questa sarebbe la soluzione:
a) polo di Orvieto centro con liceo artistico, liceo classico e delle scienze umane, professionale (poco più di 700 alunni in totale);
b) polo di Ciconia con liceo scientifico, opzione scienze applicate, liceo linguistico, ragioneria, geometri (più di 1000 alunni in totale);
- Istituzione del primo biennio di un Istituto Professionale Agrario a Fabro annesso all’Istituto Comprensivo dell’Alto Orvietano; cosa davvero irrazionale, seppure proposta dai sei comuni dell’area e accettata dall’IC Alto Orvietano;
- Negazione al liceo Majorana dell’istituzione del Liceo dello Sport (che può essere attuato uno per provincie e solo dai licei scientifici), pur avendo tale istituto tutte le condizioni richieste (locali, logistica, progettualità pluriennale, Associazione Sportiva Dilettantistica Scolastica, e attribuzione dello stesso a Narni (si tratta di un altro scippo, questa volta a danno non solo del Majorana, ma dello stesso territorio orvietano; da tener presente che il Majorana da anni lavora alla progettazione di questo tipo di liceo e lo ha proposto anche quando nessun altro istituto in Umbria ci pensava.
Mentre la proposta per i due istituti comprensivi è senz’altro sensata, anche se il numero degli alunni è veramente eccessivo e le sedi da gestire sono troppe, quella dei due istituti secondari di secondo grado non sembra esserlo affatto. Per una serie di ragioni, come di seguito dette:
- È squilibrato il numero degli alunni: nel centro storico circa 700, a Ciconia circa 1000.
- Se si ritiene che per un istituto siano sufficienti 700 alunni, non si capisce perché non si lascia da solo il liceo Majorana che ne ha già oltre 700.
- Inoltre c’è da tenere conto del fatto che, come s’è detto, contemporaneamente si pensa di istituire un Istituto Professionale Agrario a Fabro annesso all’Istituto Comprensivo dell’Alto Orvietano, ciò che determinerebbe inevitabilmente una sottrazione di studenti proprio al professionale di Orvieto; se dunque si vuole fare il polo del centro storico comprendendovi il professionale, perché non attribuire a questa scuola il nuovo indirizzo di studi, magari poi stabilendone la sede a Fabro?
- La soluzione più razionale, sia in termini numerici che di compatibilità di indirizzi (fermo restando che il principio che la differenza fa ricchezza andrebbe sempre tenuto fermo) è senz’altro l’aggregazione al liceo Majorana del liceo artistico attualmente sistemato, nelle condizioni a tutti note, nella Palazzina Comando dell’ex Piave: avremmo un istituto di circa 900 studenti (stando agli attuali iscritti e frequentanti) e l’altro ne avrebbe circa 800, quindi uno squilibrio accettabile; inoltre vi sarebbe sia sul piano didattico che culturale un evidente reciproco beneficio e una notevole integrabilità.
- Ci potrebbe essere anche un’altra soluzione parimenti razionale: l’aggregazione al liceo Majorana dell’indirizzo territorio (geometri): in questo caso si creerebbe un istituto di circa 800/850 studenti, di pari consistenza dell’altro; peraltro qui ci sarebbe anche il vantaggio di una gestione unitaria degli edifici, che sono tutti confinanti.
- Ma c’è anche un’altra questione molto seria: la questione di una sede adeguata per il liceo artistico, atteso che quella attuale presenta problemi seri da diversi punti di vista a tutti noti, problemi da risolvere con urgenza. La soluzione di cui al punto 4 risolverebbe anche questo problema. Come?
a) la premessa è che una attenta ricognizione dei locali disponibili negli edifici scolastici esistenti è molto probabile che potrebbe soddisfare le esigenze di aule del liceo artistico (al massimo si tratterà di costruire qualcosa di limitato riducibile ad alcuni laboratori; pur sapendolo tutti non si è mai capito perché una seria ricognizione non è stata mai fatta; viene il sospetto che nessuno abbia voluto scoprire una elementare verità ed una elementare soluzione);
b) la soluzione organizzativa potrebbe essere la seguente: finalmente si mette in sicurezza l’edificio della scuola media Ippolito Scalza e vi si fanno tornare gli studenti attualmente appoggiati nell’edificio dei geometri, i quali a loro volta sono in parte appoggiati nell’edificio dei ragionieri; i locali dei geometri (quelli liberi) vengono attribuiti al liceo artistico; i geometri vengono sistemati insieme ai ragionieri in tutto o in parte; insomma, si tratta di studiare le soluzioni ottimizzandole, ma la cosa, stando a ciò che è conosciuto, appare sicuramente fattibile;
c) né evidentemente si può sottovalutare l’aspetto economico di una simile operazione, che costerebbe infinitamente meno del prospettato ritorno nella vecchia sede dell’istituto d’arte (Chi ristrutturerà? E oggi è sostenibile una spesa annuale a carico di una provincia in via di dismissione che oscillerebbe tra 90.000 € e 120.000 €? Comunque, con le condizioni attuali della finanza pubblica, chi se la sentirebbe di adottare questa soluzione in presenza di un’altra possibilità con un risparmio notevole?)
Dunque la proposta ufficialmente emersa in sede provinciale per la scuola secondaria di secondo grado del territorio orvietano è davvero indigeribile, perché è fatta con i consueti criteri scriteriati: accontentare un po’ qua e un po’ là e accantonare i problemi difficili. Lontana da una concezione della scuola come sistema funzionale alla crescita economica, culturale e civile della comunità.
Vi è però la possibilità di una proposta diversa, rispondente alle diverse esigenze consideraste nella loro coerente unitarietà, con vantaggi di sostenibilità finanziaria e logistica, e di più realistico sviluppo culturale e tecnico-scientifico, che si può riassumere così:
- 2 istituti del primo ciclo di studi configurati come sopra detto;
- 2 istituti del secondo ciclo di studi risultanti dall’aggregazione di quelli non dimensionati in parte tra loro e in parte con il liceo Majorana: l’uno di circa 900 o 850 studenti (Majorana più liceo artistico o geometri), l’altro di circa 850 o 800 (le altre scuole meno liceo artistico o geometri);
- soluzione del problema della sede del liceo artistico con notevole risparmio di danaro e vantaggi didattici e culturali complessivi;
- attribuzione al liceo Majorana anziché al liceo di Narni del nuovo Liceo dello Sport;
- attribuzione all’istituto professionale di Orvieto anziché all’Istituto Comprensivo Alto Orvietano del primo biennio del nuovo Istituto Professionale Agrario.