Pozzo di San Patrizio, Rocca dell’Albornoz, Palazzo del Capitano del Popolo, Torre del Moro, Palazzo dei Sette, Chiesa di San Francesco) costituiscono la maggior parte degli elementi necessari a una nuova politica di bilancio incentrata sulla rivalutazione delle entrate.
Scelte che verosimilmente impegneranno il prossimo governo della città.
Con ciò allo scopo di ottenere la stabilizzazione dell’equilibrio finanziario dei conti e nel contempo di allentare la fortissima pressione dei tributi locali sulle famiglie.
Così è stato, come si era già suggerito e virtuosamente recepito, per i parcheggi passati a produrre da poche centinaia di migliaia di euro, quando erano gestite dall’ATC, a oltre un milione di euro quando, finalmente, sono tornati ad essere gestiti direttamente dal Comune.
E’ dunque indispensabile, che, come i parcheggi, anche i beni culturali della città rimangano nella disponibilità del Comune e che la loro gestione sia affidata alle risorse interne, magari riqualificate e integrate con specifiche figure professionali, nel quadro di un piano industriale di cui il Comune si deve dotare al più presto.
Le associazioni culturali possono giocare un ruolo importante nei processi di valorizzazione dei beni culturali, ma non possono essere il soggetto gestore di un asset industriale fondamentale per il rilancio economico della città.
Se invece prevalessero altre scelte significherebbe un ritorno agli errori del passato, quando la politica delle esternalizzazioni “selvagge” messe in atto dalle giunte di sinistra di allora, di fatto , prosciugarono gli asset in entrata del bilancio.
Ancora una volta dobbiamo richiamarci al buon senso.
Il primo dovere di chi si presta alla politica , ancor prima di pensare a cosa può aggiungere al bene comune, è senz’altro quello di riflettere attentamente su come evitare che il suo agire, anche in buona fede, possa , al contrario, sottrarre qualcosa al bene comune.