Riceviamo dal Partito Socialista Italiano, Sezione di Orvieto e Porano e pubblichiamo.
Abbiamo aderito al Patto per “l’Italia bene comune” e sostenuto Pier Luigi Bersani nella competizione delle primarie del centrosinistra perché pensiamo che il risanamento dell’Italia ci sarà se alle prossime elezioni politiche vincerà una coalizione con una proposta di governo credibile, che oggi è quella caratterizzata da un riformismo moderno di stampo europeista.
La vittoria di Bersani è stata netta e ha premiato il coraggio dell’uomo e certamente anche la sua scelta politica di dar luogo finalmente ad un nucleo forte di alleanza riformista. Sappiamo bene che si tratta di una sfida nuova e di un passaggio difficile, ma riteniamo che sia l’unica prospettiva valida e possibile, e comunque quella per cui vale la pena di impegnarsi se vogliamo fermare il declino e ridare futuro ad una società che ha perso perfino la speranza.
Noi socialisti abbiamo fatto quello che ci contraddistingue: lavoro serio, rispetto degli altri, fedeltà ai patti, discussione pacata ma coerente e ferma, tendenza all’innovazione capace di capire le tensioni e i bisogni reali delle persone. Crediamo, su tali basi, di aver dato un contributo determinante perché il progetto rappresentato da Bersani potesse aver successo, in tutti i luoghi, ad Orvieto, come in Umbria e in Italia.
Ora ci attende un lavoro davvero importante: cooperare, come abbiamo detto in tutte le occasioni, alla costruzione di una concreta prospettiva di governo, che è certamente nazionale, ma che deve tener conto anche delle concrete condizioni delle diverse e specifiche realtà del Paese, tutte chiamate a dare il contributo più alto possibile a immaginare e a realizzare progetti e programmi di rinascita.
Vale per la nostra regione e vale per la nostra città e la sua area di riferimento. Partiamo dal fatto che qui ai problemi lasciati dal centrosinistra si sono aggiunti in questi anni quelli nuovi o aggravati creati dal governo di centrodestra e perciò anche qui c’è bisogno di una svolta, politica, programmatica e di metodo.
I sogni monopolistici vanno messi definitivamente da parte; il pluralismo e il metodo del confronto aperto, rigoroso e coerente, devono diventare pratica normale. Le idee devono avere la prevalenza sul sistema di potere e trarre alimento dai bisogni delle persone e dal criterio-guida del bene comune. Devono inoltre trovare gambe attuative in persone competenti che conoscono bene la realtà nella quale vivono, naturalmente senza chiusure localistiche e nel contempo senza timore e riverenza nei confronti delle altre istanze di governo. Insomma, nessun rinnovamento di facciata e nessun retropensiero tendente a cambiare tutto per non cambiare niente.
Questo è il momento del coraggio e della lungimiranza, non del mantenimento delle posizioni di potere. Noi per questo abbiamo dato la nostra opera e per questo ci spenderemo perché anche da Orvieto parta un movimento ampio di riscatto e di nuova fiducia di tutte le persone singole e dei soggetti sociali.