Dicerie di questo strano paese dove abito, profugo da terre
amabili. Favole raccontate con astuzia, inganno aspro
come succoso limone questa mia ottima fede,
eppure basta un’alba ,un volo i rondini, e torno
nobile con me stesso. Adesso ho deciso: io
mi rifugio in questo strano paese, masticando le dicerie.
Conoscerò donne nuove, incantate nel loro sorriso
nudo e per loro saprò dire le parole mai dette, quelle
che non feriscono, le parole del nostro antico tacere,
e alberi come creature impassibili, e fiori che sempre
hanno colore di glicine e forse magico odore di quando
lei era fanciulla, nel mio malinteso amarla.