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Home Corsivi

Delocalizziamo le imprese alluvionate all’interno della Piave

Redazione by Redazione
2 Dicembre 2012
in Corsivi, Archivio notizie
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Una politica che non tiene conto del proprio territorio e dimentica l’esondabilità del piano è una politica incapace di elaborare programmi di sviluppo e non ha una chiara visone del futuro

Infatti i  nostri vecchi che conoscevano bene questa realtà si sono sempre ben guardati dallo sfidare la violenza del Paglia e delle piene .

Quando vincemmo il ricorso al TAR contro la Coop avevamo contro tutto il partito e gli interesse di molti imprenditori, ma “la politica “riuscì ugualmente a ribaltare quel verdetto e noi ci dovemmo accontentare di aver procurato loro qualche ritardo .

Oggi dovrebbero invece ringraziarci per aver evitato una catastrofe maggiore, ma “la politica “, che non ha memoria, tende  sempre a sottovalutare la portata del problema .

Allora eravamo contro i grandi insediamenti commerciali e alla realizzazione della complanare in quanto inutile e costosa mentre spingevamo sul secondo casello autostradale e un ponte che unisse Ciconia alla stazione . Oggi, dopo quanto s’è verificato, diciamo invece che è venuto il momento di rivedere tutto e di delocalizzare le imprese alluvionate nella zona del prossimo casello  e all’interno della Piave e con i soldi degli enti e dello stato progettare un nuovo piano di sviluppo.

 

(almeno per quelle imprese in grado di potersi trasferire )Facciamo una specie di Cofidi cittadina per avere tassi migliori e un rapporto di fiducia con le banche. Creiamo un fondo di solidarietà e con una parte di quei soldi provenienti dagli enti e dal governo (600000 euro) abbassiamo il tasso di sconto per avere un 40%dei soldi a tasso zero e il rimanente alle migliori condizioni offerte dalle banche

 

Diamo ai privati la Piave in concessione per cento anni azzerando il valore dell’immobile ma recuperando la ex caserma alla città e rilanciamo una nuova economia. Riqualifichiamo la struttura a moduli da 1000 metri di superficie l’uno e  creiamo un centro aziendale con diverse tipologie di imprese (artigianale, commerciale e di servizi ) cominciando a delocalizzarvi le ditte alluvionate(almeno quelle in grado di poterlo fare ) e completando il resto con imprese nazionali  allo scopo  di creare un polo d’ attrazione commerciale per l’intero centro Italia

 

Un intervento in grado di riunire al proprio interno almeno trenta imprese, che servite da ascensori e operando in perfetta autonomia ma con criterio di insieme del progetto potrebbero dar luogo a scelte strategiche importanti che si riverseranno positivamente su tutta l’economia del posto.

Quindi un centro  di presentazione e promozione dei prodotti e di rifornimento degli stessi, con spazi espositivi, centro fieristico e sala congressi in un contesto moderno ed efficiente, tenendo sempre conto dei costi agevolati dell’immobile, dell’alta concentrazione delle imprese, della facile raggiungibilità autostradale, nonché di una logistica invidiabile rispetto al resto dell’Italia

 

Per l’attivazione del programma è necessario una ferma posizione dell’Amministrazione indispensabile per abbandonare la strada dei rattoppi e dei ripieghi e imboccare quella più imprenditoriale dell’innovazione e del coraggio

Il risultato potrebbe essere che da un territorio alluvionato e da una ex caserma fatiscente quasi invendibile ne potrebbe uscire una terza in grado di poter cambiare il volto alla città e alla nostra economia, proponendo un nuovo rapporto città -hinterland che sembrava destinato a rimanere immutabile nel  tempo

Quali saranno i benefici riportati dall’Amministrazione? Intanto in un successo per aver risolto un problema che c’hanno provato in tanti ma  non sono riusciti a fare niente, poi nel riprendere la Piave completamente ristrutturata alla scadenza della concessione e incassare le   tasse   applicate sull’immobile e rilanciare  una economia ridotta ormai all’estremo

Poi ogni tanto si deve avere il coraggio di affrontare la situazione in un modo radicale e l’esempio lo deve dare come sempre”la politica “ma  questa volta lo deve fare in fretta, anche perché la storia insegna che non si cambia niente se non c’è un  dramma che prima la  produce

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