Italia Nostra di Orvieto, a firma del suo presidente Lucio Riccetti, scrive al sindaco e a tutte le istituzioni che si occupano di beni architettonici, compreso il procuratore della Repubblica e il vescovo, per segnalare quella casetta di montagna piazzata lì, sotto i portici di Sant’Andrea.
Oscenità indiscutibile, si può convenire con Riccetti senza timore di incappare nel “de gustibus”.
Lo scorso anno, non meno indecente, ma evidentemente superabile, sotto i portici c’era esposta un’auto. I prossimi sono i giorni del più concentrato afflusso turistico, sono i giorni di Umbria Jazz, quando la città dovrebbe porsi al meglio, con il gusto di una città di cultura, anche un po’ spocchiosa, d’élite, come spesso invocano i nostri operatori turistici. E noi gli proponiamo la casetta di legno. Un amico segnala, ricevuta la lettera di Riccetti, che non bisogna rompere, perché di casette peggiori è coperto il piano del Paglia, spesso utilizzate per segregare poveri cani ammassati. E’ vero, è una battaglia che abbiamo combattuto per anni, finora senza esito, ma speriamo che qualcuno ci aiuti a riprenderla e vincerla. Di offrire una sistemazione dignitosa al disordine delle casette coperte d’amianto che coprono la pianura umbra, e non solo, se ne era occupato anche Fausto Galanello, ma credo che i compagni perugini, preoccupati delle reazioni, abbiano affossato il problema sotto altri più gravi. C’è sempre qualcosa di più importante e urgente. (D.F.)
Segue la lettera di Lucio Riccetti.
Portici della chiesa collegiata di Sant’Andrea. Costruzione di una casetta in legno. Osservazioni.
È sotto gli occhi di tutti una casetta di legno recentemente costruita al riparo dei portici della chiesa collegiata di Sant’Andrea in Orvieto. Pur considerandola, si spera, un’opera a carattere provvisorio, allestita per finalità commerciali durante le imminenti festività natalizie, non si può non notare la non opportunità nella scelta del sito. La casetta, per sfruttare tutto lo spazio disponibile in profondità, è addossata ai portici e alle colonne; anzi, utilizza le colonne stesse come struttura di appoggio, con blocchi di
legno messi a contrasto e con il tetto che ingloba in parte la circonferenza delle stesse, dando, nel complesso, l’immagine di un lavoro particolarmente poco riuscito, in quel contesto.
Forse sarebbe stato meno sconveniente averla collocata direttamente in Piazza della Repubblica o in Piazza Duomo, magari insieme a altre simili, così da sviluppare a un vero e proprio ‘mercatino natalizio’.
La scrivente Associazione, preoccupata, si augura che
– la costruzione abbia davvero le caratteristiche di edilizia provvisoria, ossia un’autorizzazione non eccedente i sessanta giorni, scaduti i quali dovrà essere smontata o demolita;
– la casetta non sia destinata a essere considerata un precedente per richieste e autorizzazioni simili; convogliando, invece, future casette direttamente sulla Piazza della Repubblica o in Piazza del Duomo, sempre a carattere temporaneo.
Più in generale, ci si chiede se scelte come questa possano essere adeguate per una città che si appresta a vivere un evento straordinario come il Giubileo Eucaristico, durante il quale Orvieto dovrebbe essere messa nelle condizioni di dare il meglio si sé, sia in servizi, sia in immagine.