ORVIETO – Un disastro da 50 milioni di euro. Sono queste le prime cifre in libertà che escono in maniera del tutto informale da fonti istituzionali a quantificare sommariamente (altro non si può fare per il momento) l’entità dei danni causati dall’alluvione. Se la Provincia di Terni ha già fatto una prima stima di 21 milioni di euro di investimenti, necessari per la messa in sicurezza della zona, più approssimativo è il calcolo del danno inflitto a privati ed aziende. Circola informalmente una cifra che supera i 30 milioni di euro e che è compatibile effettivamente con le oltre 200 imprese artigiane, industriali e dei servizi (fonte Cna) messe in ginocchio dall’esondazione del Paglia. Se la riapertura del supermercato Superconti, annunciata per oggi, rappresenta un primo segnale di speranza per Orvieto scalo, sono almeno una quindicina lungo la vicina via Angelo Costanzi le attività che rischiano di non riaprire i battenti, una volta che sarà finita la bonifica del fango. Officine con macchinari (anche sofisticati) fuori uso, macchine tessili, computer, impianti, merci. Tutto andato perduto.
Alla Peugeot i danni sfiorano il milione di euro, tra l’officina, gli impianti e le auto che, al momento dell’esondazione, si trovavano in riparazione. Il negozio di elettrodomestici Cortoni punta a riaprire per i primi di dicembre. “Dobbiamo reagire” afferma il titolare Fabrizio, grato a quanti – volontari, giovani, semplici clienti e conoscenti – lo stanno aiutando in questi giorni a spalare il fango. Qui l’acqua ha distrutto non solo le forniture di elettrodomestici, ma anche tutti gli arredi. “In un’ora, una sola ora hai perso quello che viene da tuo padre e che pensavi di poter donare ai tuoi figli”. Le parole di disperazione, come le dimostrazioni concrete di solidarietà a dire il vero, sono per tutti le stesse. In Comune, intanto, continuano le segnalazioni ai numeri messi a disposizione (0763.306721 e 0763.306733) per le segnalazioni di danni alle attività produttive o a strutture private. Un’idea più chiara sulla portata del disastro economico potrebbe emergere già oggi, dopo che l’incontro che ieri sera l’amministrazione comunale ha tenuto con imprenditori, artigiani, agricoltori presso l’autosalone Ford ad Orvieto scalo.
Per la parte pubblica, invece, la Provincia di Terni ieri ha inviato una lettera alla Regione Umbria in cui è contenuta una sintesi degli interventi necessari, dopo l’alluvione. Gli interventi ammontano ad un totale di 21 milioni di euro di investimenti. Tre le linee di intervento individuate e che, secondo l’amministrazione provinciale, dovranno essere messe in pratica: la pulizia della strade (5 milioni di euro di interventi), il ripristino dei sistemi di sicurezza già presenti sul fiume Paglia ma spazzati via dalla piena (4 milioni di euro) e, infine, la realizzazione degli interventi strutturali e definitivi sulle rive del fiume (12 milioni di euro). Più nello specifico, per quanto riguarda questi ultimi interventi è prevista l’installazione delle casse di espansione, che hanno lo scopo di ridurre le portate di piena, mettendo il fiume nelle condizioni di fronteggiare una portata fino a 2.000 metri cubi al secondo. “Si tratta – ammette palazzo Bazzani – di un progetto già approvato recentemente dalla Provincia ma non ancora attuato per mancanza di risorse”.
Intanto sui mancati lavori lungo il corso del Paglia, le cui criticità sono note da anni, spunta l’ombra degli esposti. La sensazione è quella di un disastro più che annunciato. In questo senso viene letta ora la piena del 2010 che, di fatto, assume sempre più i connotati dell’ultimatum che il fiume ha voluto dare agli orvietani. Un ultimatum inascoltato che a distanza di due anni ha portato al disastro. Già in quell’occasione gli avanguardisti della zona di Allerona avevano prontamente segnalato e denunciato i punti di sofferenza del Paglia. Oggi che si ritrovano con le vigne e le aziende agricole rase al suolo, secondo quanto è dato apprendere, stanno meditando una denuncia per disastro colposo contro il Demanio.