Come già anticipato nel pomeriggio di ieri, la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini ha formalizzato la richiesta al Governo di riconoscimento dello “stato di emergenza” per i territori regionali maggiormente colpiti dagli eventi alluvionali. In una lettera inviata al presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, la presidente Marini scrive che “le consistenti e copiosissime precipitazioni verificatesi nei giorni 11, 12 e 13 novembre 2012 in gran parte dell’Umbria e le conseguenti frane ed esondazioni di fiumi e corsi d’acqua, hanno duramente colpito le infrastrutture viarie, pregiudicandone la viabilità, gli edifici privati, con una parte dei cittadini fuori dalle proprie abitazioni, nonché numerose attività produttive, commerciali, artigianali, industriali e agricole, oltre a compromettere gravemente l’efficienza del reticolo idrografico e delle connesse opere idrauliche”. Un riconoscimento dello “stato di emergenza” che si rende necessario per il fatto che, scrive la presidente, “non sussiste la possibilità di superare l’emergenza mediante mezzi e poteri ordinari”.
“Ritengo positivo – afferma la presidente della Regione – che la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati abbia già approvato un emendamento che stanzia delle prime risorse destinate ai territori colpiti dalle alluvioni, per far fronte alla gestione dell’emergenza. Seguo inoltre con particolare attenzione le dichiarazioni del sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, Giampaolo D’Andrea, sia in merito alla necessità di un provvedimento legislativo specifico, consapevoli che non si può intervenire in una situazione così rilevante di danni al complesso delle infrastrutture pubbliche, a tutte le attività produttive, con strumenti di tipo ordinario”.
“Voglio altresì ribadire – sostiene la presidente – che occorre comunque un quadro normativo e finanziario di livello nazionale in grado di garantire tre ambiti di intervento: quello relativo alle imprese agricole interessate dagli eventi alluvionali in un territorio molto esteso che riguarda il territorio regionale da nord a sud; il settore delle attività economiche e produttive sia industriali che artigianali e l’ambito istituzionale per ciò che riguarda i danni ai beni e strutture pubbliche”.
In questo senso, “auspico che Governo e Parlamento traducano in provvedimenti legislativi quanto annunciato dal sottosegretario D’Andrea, e che le competenze per la gestione degli interventi in una fase molto complessa vengano messe in capo alle Regioni”.