Riceviamo da IdV di Orvieto e pubblichiamo
Nonostante il titolo premonitore (L’IdV spaccata) di un articolo formato di recente PdL Orvieto, saggezza consiglierebbe di riconoscere che di questi tempi sia francamente azzardato andare ad esaltare le difficoltà altrui senza ricordarsi delle proprie. Ci sembrerebbe troppo facile metterci a richiamare le peripezie del centrodestra orvietano e nazionale. Lasciamo questi giochetti ai politicanti.
Invece dobbiamo ricordare che nell’IdV a tutti i livelli, ove certamente esiste una varietà di posizioni, uno degli argomenti su cui si realizza una vera e propria unanimità di vedute, è proprio il tema dei rifiuti. Per questo i nostri comunicati hanno insistito sul richiamare tutti ai programmi del Partito in merito alla priorità del riciclo, che consente con relativa facilità di raggiungere l’80% in breve tempo, oltre naturalmente le azioni per la prevenzione a monte e il riuso, per introdurre poi quei processi tecnologici oggi disponibili che consentono una successiva differenziazione e riciclo di quel 20% residuale, per arrivare infine così a praticare quella strategia sinteticamente definita “rifiuti-zero”, oggi alla portata di mano.
Dunque, e per precisare esattamente come stanno le cose, questa posizione è quella condivisa da tutto il Partito, compreso in Umbria, e su questo non c’è discussione come ognuno può verificare andando a rileggere i documenti sul sito IdV regionale. La spaccatura c’è perché qualcuno è dell’avviso di approvare ugualmente il Piano dell’ATI4 nonostante sia unanimemente (da tutta IdV) considerato un Piano di basso profilo e decisamente orientato contro “Rifiuti-zero”, a favore di quello che abbiamo definito rifiuti 50, ovvero il 50% in discarica di Orvieto, per l’altro 50% si vedrà. Tra l’altro sono questi contorsionismi che risultano incomprensibili giustamente dai più. Su questo noi siamo drasticamente in dissenso.
La nostra battaglia è di richiamare allora tutto il Partito, per il suo bene, ad essere coerente, ovvero procedere dalle critiche al Piano, condivise, per arrivare ad un nuovo Piano finalmente condivisibile.
E questo è il tema in cui è incastrato anche il Comune di Orvieto, che ha approvato un Piano che non tratta per nulla il tema del riciclo e che si basa in pratica SOLO sul conferimento in discarica dei rifiuti. Il resto sono parole, speranze o illusioni. E dunque, nonostante i proclami del Sindaco sull’impedire l’ampliamento al terzo calanco, il Comune oggi approva uno strumento che con la rapida saturazione della discarica comporterà domani l’emergenza e l’apertura per decreto del terzo calanco e poi del quarto del quinto …
Infine occorre che tutti abbiano ben chiaro una volta per tutte un argomento.
La parola Raccolta Differenziata (RD) significa che quello che si raccoglie in forma differenziata è tale perché diventi automaticamente Materia Riciclata. La raccolta deve essere differenziata solo e perché consente riciclo di qualità per il massimo di resa economica. Le regole esistenti, per fare questo, impongono che esista a monte un progetto funzionale, tecnologico, organizzativo, industriale che è l’unica garanzia che consente di avviare la raccolta. Ovvero se ci si mette ad agitare per raccattare roba di scarto a destra e manca senza questo programma preliminare, possiamo dire di avere la certezza di non ottenere riciclo e quindi roba da buttare o abbandonare da qualche parte.
L’ATI4 e il Comune di Orvieto pretendono di avviare una Raccolta Differenziata senza disporre di un qualsiasi programma preventivo per il riciclo. Riconoscere la gravità di questa carenza è determinante. Un Piano per la predisposizione di tutto quello che serve per il riciclo è l’atto fondamentale con cui la Pubblica Amministrazione rende possibile al cittadino di fare la sua parte. In assenza di ciò il cittadino è abbandonato a se stesso e si trova oltretutto a pagare per la carenza della pubblica amministrazione una bolletta sempre più cara.
Noi non siamo d’accordo con il programma dell’ATI4 essenzialmente per questo motivo, come non siamo d’accordo con la Raccolta Differenziata del Comune di Orvieto. In questo senso il centrodestra orvietano fa scuola, ma solo per non imitarlo.
Tra l’altro in altri Comuni della Regione dove il centro destra è al governo sono in atto esperienze in altre realtà che sono assolutamente condivise anche da noi. Non ci interessano affatto le polemiche astruse tra destra e sinistra, le schiene dritte o i cappelli in mano, ci interessano solo le condivisioni sui programmi per il bene di tutti, e solo su questo ci dividiamo.
La politica provinciale che ha approvato il Piano dell’ATI all’unanimità e il Comune di Orvieto devono sperare solo nella mancanza di informazione e sul disorientamento del cittadino disinformato. Ma i tempi stanno cambiando.