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Home Politica

Il COVIP propone di istituire un Centro di Documentazione dell’Alluvione

Redazione by Redazione
2 Dicembre 2012
in Politica, Sette Giorni, Archivio notizie
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Riceviamo dal COVIP (Centro di Vita Politica Orvietana senatore Romolo Tiberi) e pubblichiamo

L’alluvione del 12 novembre, che ha interessato pesantemente anche l’area orvietana, provocando danni gravi ai beni pubblici e privati, sofferenze a molte persone e apprensione per il futuro nella generalità della popolazione, ci spinge a sottoporre all’attenzione del Sindaco e degli altri soggetti che hanno competenza in tema di governo e sicurezza del territorio alcune riflessioni e una proposta.

Naturalmente senza alcuna pretesa di verità ci sembra giusto affermare che, come in Italia, anche qui da noi si deve registrare un evidente ritardo da una parte nel comprendere che gli eventi climatici estremi non sono più eccezioni ma normali accadimenti possibili, e dall’altra nell’attrezzarsi approntando programmi e interventi che prevengano i disastri e limitino il più possibile i danni alle persone e ai beni materiali.

A nostro giudizio è giunta anche al capolinea una politica del territorio e dell’ambiente gravemente irrispettosa delle regole stabilite dalla natura, rispetto alle quali le regole decise a tavolino appaiono spesso così superficiali da cozzare non solo con l’intelligenza ma anche con il buonsenso.

Uscire da questa situazione si deve e si può. Bisogna fare in fretta e però facendo contemporaneamente anche bene. Bisogna utilizzare le conoscenze fattuali e le analisi scientifiche, modellizzare i comportamenti del territorio in relazione ai fenomeni climatici, ipotizzare le soluzioni ottimali e programmare gli interventi in base ai finanziamenti man mano reperibili. Bisogna vedere le parti inserite nel tutto e quindi bisogna guadagnare una visione generale che tutti dovranno rispettare, con in testa chi è chiamato a governare la comunità. Si tratta di una svolta, del pensiero, dell’azione e dei comportamenti diffusi.

Nel frattempo ci sono le urgenze e certamente bisogna intervenire per mettere in sicurezza le zone più esposte, aiutare le aziende e le famiglie, dare speranza fondata che ciò che può essere derivato da disattenzione, insipienza, o scarsa e/o approssimativa organizzazione non si ripeterà. Però bisogna anche chiudere subito con tutto ciò che suona come tolleranza di abusi o distrazione rispetto a comportamenti contrari alla sensatezza.

Per questo ci permettiamo di indicare alcune linee d’azione che ci sembrano ormai irrinunciabili:

  1. Assumere come normali i mutamenti climatici che registriamo oggi ma che sono fattualmente presenti da almeno un quindicennio e basare su di essi le scelte di governo del territorio in funzione della salvaguardia di persone e di attività, oltre che di beni, cose e infrastrutture, adeguando le azioni alle conoscenze disponibili costantemente aggiornate;
  2. Adeguare in tal senso le scelte urbanistiche e gli strumenti di governo del territorio, le concessioni e i controlli che ne garantiscano l’effettivo rispetto;
  3. Adottare la manutenzione sistematica di fiumi e torrenti, terreni, strade e infrastrutture, come criterio guida di una sana politica della sicurezza e dello sviluppo;
  4. Affrontare le urgenze con una logica di sistema, per cui le priorità rappresentino l’inizio di un processo generale e organico di sistemazione e non invece il contentino per salvarsi la coscienza e aspettare la prossima botta;
  5. Applicare con decisione le norme esistenti per avere nel territorio un sistema di protezione civile all’altezza delle necessità, e in questo ambito disporre costantemente sia di informazioni tempestive e fondate, sia di gruppi di pronto intervento efficienti.

Queste linee d’azione sono compiti delle amministrazioni e degli enti già esistenti che a vario titolo intervengono nella programmazione e nella concreta gestione del territorio. Lungi da noi immaginare perciò di aggiungere ad essi altri organismi. Tuttavia, che ci sia bisogno di un modo di informare corretto, sistematico, partecipato, non ci sono dubbi. Per questo sosteniamo la proposta di istituire un Centro di Documentazione dell’Alluvione che qualche giorno fa ha lanciato il nostro socio Massimo Gnagnarini.

Pensiamo che esso non debba essere un luogo solo di fruizione passiva di informazioni mediante esposizione di carte, atti e processi decisionali già conclusi, ma anche di confronto su ciò che avviene e ciò che è in gestazione. A nostro giudizio sarebbe anche parecchio importante che esso fosse pensato come primo nucleo di quel “museo attivo del territorio” che da altre parti svolge un ruolo non solo di documentazione ma anche di formazione culturale e di promozione. Non crediamo tuttavia sia nostro compito andare oltre.

Dichiariamo in ogni caso, appunto nel rispetto delle altrui competenze, che siamo a disposizione di chi volesse interpellarci e farci partecipi della costruzione dell’iniziativa che con la presente abbiamo proposto. Non pretendiamo certo, in questa come nelle altre occasioni in cui abbiamo avanzato proposte, di essere ascoltati. Questa è, come è naturale che sia, una libera scelta dei nostri interlocutori, che rispettiamo a prescindere. In ogni caso, poiché prevarrà sempre in noi la responsabilità civica sopra ogni altra considerazione, ci sembra giusto anche affermare che non lasceremo nulla di intentato, nell’ambito delle nostre possibilità, perché si realizzi la svolta che auspichiamo.

Invieremo il presente documento al Sindaco e al Presidente del Consiglio comunale di Orvieto con preghiera di estenderne la conoscenza alla Giunta e ai Gruppi consiliari, cosicché si possa sviluppare la dialettica più proficua nei modi più consoni all’importanza delle questioni che abbiamo inteso porre all’attenzione delle autorità e dell’intera nostra comunità.

 

 

 

 

 

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