In una affollatissima riunione che si è svolta presso un salone di una concessionaria auto, rimasto disponibile al piano rialzato ed illuminato con un impianto di fortuna, la giunta comunale ha voluto esternare il proprio impegno e la solidarietà a tutti colpiti dalla tragica alluvione; l’assemblea si svolgeva ordinatamente durante il riassunto degli accadimenti, ma poi, appena si è aperto uno spiraglio per gli interventi del pubblico il clima si è surriscaldato, un “noto provocatore” sollevava dure critiche per la presenza al tavolo dei soli membri della giunta, quando almeno in queste occasioni una rappresentanza mista dei gruppi consiliari e dei parlamentari e consiglieri regionali peraltro presenti tra il pubblico, sarebbe stata ben vista ed apprezzata da tutti, come segnale di un impegno trasversale, indispensabile per garantire tutti i concittadini colpiti dal disastro.
Purtroppo il clima si è subito modificato anche per non aver consentito l’uso del microfono, rendendo credibili le motivazioni sospettate dal “provocatore” sulla natura dell’assemblea: “chiacchiere, chiacchiere , chiacchiere, rassicurazioni,-racconta il “provocatore”- ma nessuna risposta alle domande sui ritardi delle comunicazioni di allarme, responsabilità che sono state subito dirottate su altri, ma soprattutto risposte sfuggenti ai precisi impegni richiesti da una imprenditrice per la sistemazione del fiume,onde evitare nuove esondazioni e consentire un suo importante investimento per riaprire l’azienda in tutta tranquillità e, alla domanda di ripulire gli argini, sono stati subito contrapposti problemi di bilancio”. Insomma dopo una serie di interventi toccanti e veri che hanno commosso tutti, coinvolti in un profondo sentimento di solidarietà, c’è stato anche qualcuno che invocava le dimissioni dei presunti responsabili della gestione dell’emergenza, ai diversi livelli, ritenuti inadeguati alla calamità sopraggiunta.
Il sindaco invitava, come è suo solito, a guardare il bicchiere mezzo pieno e non quello mezzo vuoto che, peraltro, era lì proprio sulla tavolo, dove erano presenti “mezzi” rappresentanti delle istituzioni.