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Home Politica

Gialletti. Basta con le favole della variante di Sferracavallo e del casello nord

Redazione by Redazione
9 Novembre 2012
in Politica, Sette Giorni, Archivio notizie
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Evasio Gialletti, capogruppo del Psi in consiglio comunale ad Orvieto, per dieci anni presidente del Consiglio comunale, soprattutto negli ultimi mesi ha incentivato la sua azione politico-amministrativa contro la Giunta Còncina. Lo coinvolgiamo in alcune considerazioni sull’attività dell’amministrazione di centrodestra di Orvieto.
D. Còncina, nonostante sembri sempre traballante, va avanti e ha approvato il bilancio preventivo 2012 e il piano triennale delle opere pubbliche. Di bilancio sono mesi che se ne parla, delle opere pubbliche meno. Cosa contiene il piano, al di là della carta?

R.Le opere pubbliche rappresentano in tempi di crisi un volano importante per una comunità oppressa da ogni tipo di crisi, purché, ovviamente, siano di utilità alla comunità. Questo piano è invece vuoto, uguale a quello dello scorso anno e a quello del prossimo. Ci sono soltanto due novità, interventi sull’efficienza energetica e lavori al Palazzo dei congressi, tutti con risorse della Regione. C’è poi il lavoro di miglioramento della scuola media Ippolito Scalza di Ciconia. Il resto ce lo ritroveremo.

Ma è finalmente partito il lavoro della Complanare, dopo dieci anni.

Sì, è partito, ma fra un anno e mezzo, al massimo due, sarà completato il primo stralcio e lì si bloccherà tutto. Per rendere utilizzabile il lavoro mancano 3-4 milioni. Non solo, senza preparare il finanziamento del secondo stralcio con idee chiare e decisione, non avremo nulla, corriamo il rischio di preparare un’opera da Sud, di quelle che terminano in un ponte incompiuto.

Ma se la Regione non interviene, il Comune che possibilità ha con propri fondi?

Bisogna avere le idee chiare, senza trastullarsi in ipotesi che sono superate dai fatti. Tipo il casello nord, che non ci sarà mai, e la variantina di Sferracavallo.

E’ stato difficile far passare nel centrosinistra l’idea del casello nord, ora sarà impossibile rimuoverla. La variante di Sferracavallo, poi, non mi sembra si possa porre in discussione.

Certo, ma sono errori clamorosi. Così facciamo danni che sarà difficile recuperare. La variante costerà molto oltre i 2 milioni e non risolve nulla, se non girare intorno a Sferracavallo e indirizzare la viabilità sulla Stazione. Se costasse poco e contemporaneamente fosse possibile il casello nord, ci sarebbe da ragionare, come è stato fatto. Ma ora è chiaro che la soluzione della viabilità è possibile soltanto indirizzando tutti gli sforzi sulla complanare. Tra l’altro, quando sarà completata la nuova Coop, se non ci sarà la viabilità, non si potrà attivare il centro commerciale, con danni evidenti per molti.

Ma il casello a nord?
La società autostrade non spenderà mai milioni di euro per un’opera che non serve, a meno di dimostrare che c’è uno sviluppo economico o una progettazione di sviluppo  tale da giustificare l’intervento. Ti risulta che ci sia questa condizione? Tutti lo sanno, ma si continua così per non muovere delicate situazioni politiche. Si esce a Ponte Giulio per andare dove, verso la strada di Monterubiaglio o quella di Bardano? Esiste un progetto di collegamento con l’area verso il Viterbese che abbia dignità e giustifichi strade costose e lavori che dureranno anni?

L’assessore Brugiotti ci ricorda nel suo intervento in Consiglio che c’è un forte impegno per la prosecuzione della complanare, adeguamento della viabilità verso Perugia, adeguamento del collegamento Orte-Viterbo-Orvieto Civitavecchia e il casello nord.

L’assessore Brugiotti ricorda quanto c’è da fare, è già qualcosa, ma è troppo poco, non sono progetti ma idee che si raccontano anno dopo anno. Stanno lì per ricordarci quanto si potrebbe fare. Nel frattempo non si provvede neppure alla manutenzione ordinaria, dalle strisce pedonali in su, fino alla rupe.

Oltre questi problemi di grande viabilità c’è sulla rupe la questione Piave e la discutibile vendita della palazzina comando per fare cassa.

Spero che non affideremo quel bene al Fondo Patrimonio Comune, perché per qualche milione perderemo tutto, possibilità di decidere e proprietà. Ma la peggiore azione è stata finora quella di voler vendere la palazzina comando, con due danni clamorosi e certi. Uno, si venderà la palazzina con continui ribassi e quindi si svenderà. Oggi è già andato deserto il primo bando, poi vedremo. Secondo: la vendita della palazzina svaluta tutto il complesso, compreso il lontano ospedale, perché non sono all’interno di un progetto, che è quello che vale per vendere bene.

E allora?

Allora noi faremo la nostra parte, ma è certo che un’opposizione limitata al solo àmbito del Consiglio comunale ci fa stare a posto con la coscienza, ma non rimuove le decisioni della maggioranza. Se noi abbiamo compiuto errori nel passato, questo non significa che dobbiamo accettare che si aggravi la situazione, ma pretendiamo che si salvi il buono e si corregga l’errore.
Dovremo tentare nuove vie di opposizione insieme agli altri partiti del centrosinistra, per fermarli.

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