ORVIETOSì
domenica, 14 Dicembre 2025
  • Home
  • Ambiente
  • Cultura
  • Cronaca
  • Saperi&Sapori
  • Economia
  • Eventi
  • Politica
  • Sociale
  • Sponsorizzate
  • Sport
  • Territorio
    • Allerona
    • Baschi
    • Castel Giorgio
    • Castel Viscardo
    • Fabro
    • Ficulle
    • Guardea
    • Montecchio
    • Montegabbione
    • Monteleone d’Orvieto
    • Parrano
    • Porano
    • San Venanzo
  • Oltre l’orvietano
    • Acquapendente
    • Alviano
    • Amelia
    • Bolsena
    • Lugnano
    • Narni
    • Terni
    • Perugia
    • Viterbo
  • Archivio
No Result
View All Result
  • Home
  • Ambiente
  • Cultura
  • Cronaca
  • Saperi&Sapori
  • Economia
  • Eventi
  • Politica
  • Sociale
  • Sponsorizzate
  • Sport
  • Territorio
    • Allerona
    • Baschi
    • Castel Giorgio
    • Castel Viscardo
    • Fabro
    • Ficulle
    • Guardea
    • Montecchio
    • Montegabbione
    • Monteleone d’Orvieto
    • Parrano
    • Porano
    • San Venanzo
  • Oltre l’orvietano
    • Acquapendente
    • Alviano
    • Amelia
    • Bolsena
    • Lugnano
    • Narni
    • Terni
    • Perugia
    • Viterbo
  • Archivio
No Result
View All Result
Orvietosì.it
No Result
View All Result
Home Politica

Dopo la pioggia, le nuvole

Redazione by Redazione
15 Novembre 2012
in Politica, Corsivi, Archivio notizie
Share on FacebookShare on Twitter

Dopo la pioggia rispunta il sole si dovrebbe dire e invece no, purtroppo sono solo nuvole, nuvole nere di responsabilità che giunti a questo punto si potrebbero enumerare a dismisura. Appare talmente grande il danno provocato dalla due giorni di intense perturbazioni che rimane difficile a chiunque, a qualsiasi cittadino credere che sia stato fatto tutto il necessario per evitare il disastro.

Il Fiume Paglia noi lo conosciamo bene, sappiamo che le sue piene sono molto pericolose, perché ha un bacino ridotto ma che in breve tempo può accumulare e concentrare enormi quantità di acqua. Il regime semi-torrentizio del fiume non è una favola è una realtà ben presente anche nella memoria dei nostri vecchi. 1937, 1960 e 1965 e molte altre date, impresse nella mente di molti cittadini e all’epoca come ora le stesse conseguenze. Il fiume che non riesce a defluire sul suo consueto letto di piena ed occupa la sua piana alluvionale. Sì, la sua piana, perché è sua non nostra, come molti hanno creduto per lungo e troppo tempo. Il Paglia come qualsiasi altro fiume ha bisogno dei suoi spazi. Questa volta ha ribadito le gerarchie sulla gestione del territorio e non possiamo negare che ci aveva ampiamente avvisato.

Chi ancora sostiene che bisogna imbrigliare il fiume dentro argini stretti e vuoti come autostrade, non ha capito nulla del valore e dell’importanza di certi fenomeni naturali e del funzionamento idraulico dei corsi d’acqua. L’episodio meteorologico è stato eccezionale. Piancastagnaio ha accumulato più di 330 mm di pioggia, Allerona più di 280 mm, Monte Rufeno addirittura 450 mm, quasi la metà delle precipitazioni di un anno. La quantità d’acqua venuta giù in 36 ore in tutto il bacino del Paglia, dall’Amiata alla confluenza col Tevere non poteva che defluire ampliando ed allargando il suo corso. Le opere di spianamento, di approfondimento degli alvei, l’apertura di vie dirette e longilinee, la risistemazione degli argini e delle sponde, degli ultimi 10 anni, non sono serviti assolutamente a nulla, anzi, in certi casi potrebbero aver aumentato la furia delle acque e la formazione di picchi di piena eccezionali. E’ il caso ad esempio dei torrenti dell’alta valle come la Quinta luna, lo Stridolone e il Tirolle, dove le opere eseguite a valle comprendenti il taglio raso della vegetazione ripariale, non hanno in alcun modo inciso sulla laminazione della piena. E non sono mancati i danni: in primis quelli al Ponte Gregoriano che ha costretto la chiusura della Statale Cassia e poi quelli al ponte Cahen, di recente ricostruzione, travolto inesorabilmente. Per non parlare della Val di Chiana,  da Chiusi a Fabro, dove la rete dei canali, ampiamente rimodellati con continue e ingenti risorse pubbliche investite, è saltata completamente portando ad allagamenti diffusi su tutta la piana, compresa l’Autostrada A1.

Non si può chiudere il fiume in una scatola, è una insolente pretesa o un’ illusoria convinzione da parte di chi sottovaluta o non valuta affatto l’importanza che rivestono gli elementi naturali nella gestione del territorio. Tra questi purtroppo molti amministratori. Sembra ovvio dirlo ora che il danno è fatto ma la realtà era purtroppo sotto gli occhi di tutti, già da prima.

Aver costruito importanti centri scolastici, commerciali, industriali, residenziali a ridosso del fiume tra Orvieto Scalo e Ciconia, aver permesso l’espansione edilizia in prossimità del Chiani a La Svolta, aver autorizzato la realizzazione di piccole e grandi opere, strade, stalloni, case, canili, nelle immediate vicinanze del fiume, ma soprattutto aver fatto tutto questo senza lasciare adeguato spazio ad un fiume periodicamente irrequieto e pericoloso e non aver previsto misure di difesa passiva nei punti ormai divenuti critici per tali politiche miopi, sono le più gravi responsabilità che chi ha buon giudizio saprà facilmente attribuire.

La scure purtroppo cade un po’ ovunque e non è nostra intenzione farlo per puro desiderio di polemica ma per convinzione che altro si poteva fare e si dovrà fare. Uno degli Enti che deve fare molta autocritica è il Consorzio di bonifica Val di Paglia e Val di Chiana romana. Il caso di Allerona è emblematico. Qui il Consorzio aveva già programmato tutto, i soldi erano già stanziati da tempo, non c’era che da approfittare delle calde ed asciutte prime giornate di autunno per intervenire in prossimità della strada provinciale che da Allerona Scalo conduce ad Orvieto per rinforzare la difesa passiva esistente e realizzare un fossato di guardia a fianco. E invece hanno atteso questo fatale novembre, un mese che già nel 2010 ci aveva regalato intense piogge, che avevano provocato l’esondazione del fiume alla confluenza col Torrente Rivarcale, un punto in cui il Paglia passa da un meandro ad un altro e dove con facilità esce dal suo alveo tagliando diritto fino a ritrovare il suo corso all’altezza del ponte della ferrovia Roma-Firenze. In mezzo vigne e ancora vigne, ma anche stalle, un molino e poco distante il centro abitato, che cresce rosicchiando pezzi alla campagna e al fiume. La settimana scorsa intempestivamente il Consorzio di bonifica ha avuto pure la buona idea di rimuovere la difesa esistente per ricostruirla più forte e funzionale. Peccato che non lo abbia fatto prima del danno. Viti spezzate e una ragazza che imprigionata nella sua auto per poco ci rimetteva la pelle.

Consorzi, Comuni, Province, Regioni, a ciascuno la sua responsabilità, che non possiamo però non vedere, alla base, nella carenza di idee politiche facenti tesoro di tutte conoscenze fin qui acquisite ma anche dell’esperienza e la memoria storica, in certi casi millenaria, sviluppata su queste terre.

La politica conta in questa ennesima storia di devastazione. Una politica che non riesce più a capire il territorio ad occuparsi della sua cura e che abdica e demanda il proprio ruolo regolatore a singole e tardive soluzioni tecnicistiche, spesso collegate ad interessi particolari.

Alla radice di tutti i problemi la gestione di un vasto territorio, collinare e montano, quello delle valli del Paglia e del Chiani così come quello del Fiora, dell’Albegna, dell’Orcia, del Nestore e di tutti gli altri bacini e sottobacini, dove si sono registrati un po’ ovunque numerose frane, smottamenti, allagamenti e generalizzati fenomeni erosivi. Una gestione del territorio che non ha più tra i suoi principali artefici la figura dell’agricoltore, esempio fino al primo dopoguerra di custode del paesaggio e del territorio, ed oggi purtroppo divenuto l’ultima ruota del carro, un insignificante coltivatore depresso che rinuncia alla proprie spontanee funzioni a servizio della comunità, compresa quella di regolatore delle acque, attraverso il mantenimento dei rivoli e dei fossi che scorrono lungo i campi.

E’ la speculazione piuttosto a governare, quella illegale degli abusivismi ma anche quella che paventa sui piani regolatori fantomatici villaggi turistici in mezzo a campi destinati all’erosione perpetua. Un terreno frutta più per quello che c’è costruito sopra che per quello che vi viene e come vi viene coltivato.

Ma la politica dello sfruttamento ha le gambe corte, porta benefici momentanei ma non a lungo raggio. Lo abbiamo visto bene, questa volta, sulla nostra pelle.

Un’altra lezione da non dimenticare.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su X (Si apre in una nuova finestra) X
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra) Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Correlati

Please login to join discussion

Ultime notizie

La Corte dei Conti conclude il giudizio sul rendiconto della Regione Umbria

La Corte dei Conti conclude il giudizio sul rendiconto della Regione Umbria

13 Dicembre 2025

    La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti ha concluso il giudizio sui rendiconti 2023 e 2024...

“Quo vadis Orvieto – Quale futuro per la città? Iniziamo il confronto”

“Quo vadis Orvieto – Quale futuro per la città? Iniziamo il confronto”

13 Dicembre 2025

  Quale direzione può prendere Orvieto nei prossimi anni? Quali strategie sono necessarie per valorizzare il territorio, superare l’isolamento e...

Da Paciautoquattro c’è il “Christmas Bonus 2024”: a Orvieto, Terni e Rieti arriva l’Extra Sconto di Natale

Da Paciautoquattro c’è il “Christmas Bonus 2024”: a Orvieto, Terni e Rieti arriva l’Extra Sconto di Natale

13 Dicembre 2025

  Il momento migliore per acquistare la tua nuova auto è arrivato: da Paciautoquattro è tempo di Christmas Bonus! Un’occasione...

Redazione

Orvietosì © 2002
Quotidiano d’informazione e d’opinione
Registrazione tribunale di Orvieto (TR) nr.101 del 13/11/2002 | Nr. ROC 33304

Direttore Responsabile: Sara Simonetti
Editore: Elzevira di Fabio Graziani

Contatti

Per informazioni inviare una mail a redazione@orvietosi.it

Informazioni sul trattamento
dei dati personali: Policy privacy

Seguici su Facebook

Orvietosì Facebook

Archivio storico

© 2020 OrvietoSi - All right reserved

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.

Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o disattivarli in .

No Result
View All Result
  • Home
  • Ambiente
  • Cultura
  • Cronaca
  • Saperi&Sapori
  • Economia
  • Eventi
  • Politica
  • Sociale
  • Sponsorizzate
  • Sport
  • Territorio
    • Allerona
    • Baschi
    • Castel Giorgio
    • Castel Viscardo
    • Fabro
    • Ficulle
    • Guardea
    • Montecchio
    • Montegabbione
    • Monteleone d’Orvieto
    • Parrano
    • Porano
    • San Venanzo
  • Oltre l’orvietano
    • Acquapendente
    • Alviano
    • Amelia
    • Bolsena
    • Lugnano
    • Narni
    • Terni
    • Perugia
    • Viterbo
  • Archivio

© 2020 OrvietoSi - All right reserved

%d
    Orvietosì.it
    Prodotto da  GDPR Cookie Compliance
    Panoramica sulla privacy

    Questo sito Web utilizza i cookie per consentirci di offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.

    Puoi regolare tutto le impostazioni dei cookie navigando le schede sul lato sinistro.

    Cookie strettamente necessari

    Cookie strettamente necessari devono essere abilitati in ogni momento in modo che possiamo salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.

    Cookie di terze parti

    Questo sito Web utilizza Google Analytics per raccogliere informazioni anonime come il numero di visitatori del sito e le pagine più popolari. </ P>

    Il mantenimento di questo cookie abilitato ci aiuta a migliorare il nostro sito web.

    Cookie Policy

    Maggiori informazioni sulla nostra Cookie Policy