Riceviamo dal dott. Alessio Capoccia, responsabile Oasi del Lago di Alviano , e pubblichiamo.
L’Oasi WWF del Lago di Alviano come ce la ricordavamo e come migliaia di persone ogni anno avevano il piacere di visitare, purtroppo non esiste più.
La violenta piena del Fiume Paglia e del Tevere avvenuta lunedì 12 novembre, ha provocato effetti devastanti (un piccolo tsunami), che in poche ore ha spazzato via anni di fatiche, lavori, studi e tanta passione.
Solo oggi, dopo due giorni, è stato possibile accedere ad alcune parti della riserva, se pur arrancando e sprofondando nel fango, arrampicandosi su cataste enormi di detriti o camminando in un metro di acqua. Lo scenario apocalittico che abbiamo trovato è stato emozionalmente devastante.
Il sentiero natura è stato per gran parte eroso o invaso da tonnellate di detriti con tronchi enormi, i 5 ponti in legno sono stati spazzati via, così come 4 osservatori. Le recinzioni, le incannucciate, le staccionate, le bacheche ed i pannelli didattici sono stati travolti.
Ed intanto i dintorni rimbombano degli spari dei cacciatori, che come gli sciacalli dopo il terremoto, approfittano dello stato confusionale e della fuga degli animali per riempire i carnieri.
I danni possono essere calcolati in oltre 100.000 euro, solo per il Sentiero Natura Principale. Per il secondo percorso e per l’argine, non è stato possibile fare un sopralluogo, ma snodandosi proprio
lungo il corso del Tevere è presumibile auspicare una catastrofe ancora più grave.
Oltre il danno poi la beffa, già 10 tra scolaresche e gruppi (oltre 400 persone), le visite prenotate per
novembre che abbiamo dovuto disdire (con conseguente perdita di incassi) e chi sa per quanto
tempo dovremo continuare a dire di no.
Questo disastro avviene paradossalmente in un momento di grande splendore per l’Oasi, in cui iniziavamo a cogliere i frutti di tanta fatica. Numerose scuole e visitatori (raddoppiati in 3 anni), aumento della biodiversità, delle presenze e dei nidificanti, riconoscimenti anche da altre Associazioni, è della scorsa settimana infatti, un articolo sul mensile della Lipu in cui la nostra Oasi veniva segnalata come una delle prime quattro Riserve d’Italia in cui fare birdwatching.
Anche se moralmente abbattuti, ci rimboccheremo le maniche per ricominciare a costruire, ma abbiamo bisogno assolutamente di un aiuto concreto da parte di tutti, privati ed istituzioni. Ci occorrono fondi, volontari, mezzi e materiali, non lasciateci soli ed aiutateci a ricostruire questo che fino a domenica scorsa chiamavamo “paradiso e scrigno di biodiversità”.
Unica nota positiva i messaggi di sostegno e offerte di aiuto da tanti visitatori e appassionati che hanno saputo dell’accaduto e che non ci fanno sentire soli e soprattutto il miracoloso ed inaspettato ritrovamento di uno dei nostri cavalli ancora vivo. La maestosa cavalla bianca di nome Cenere, infreddolita, infangata e impaurita è stata oggi tratta in salvo e portata in un luogo sicuro.