I momenti di grave difficoltà – e questa di Orvieto è certamente gravissima – possono generare diverse reazioni. Ci si può annichilire, ma si può anche trovare la forza di reagire e di individuare la via per un nuovo modo di affrontare la vita, non solo dal punto di vista economico, ma da quello sociale, umano, soprattutto.
Di ri-trovare un modo di relazionarsi tra cittadini di una stessa comunità, ri-scoprendo i valori di solidarietà e di appartenenza che (secondo me) sono gli unici su cui fondare una visione di prospettiva e di futuro che non possa essere frantumata da eventi anche catastrofici come questo( a parte il fatto che con la ri-scoperta del senso di comunità, con il ri-appropriarsi della consapevolezza che i cambiamenti non possono che partire da ciascuno di noi, forse il senso della sopravvivenza e del futuro che fanno istintivamente parte di noi, ci faranno capaci di comportamenti meno autodistruttivi ) .
Ecco allora il senso del mio appello: compiere non solo azioni individuali di solidarietà, ma impegnarci collettivamente per affidare ai nostri comportamenti anche un grande valore simbolico.
Invito tutti i colleghi imprenditori che sopra la rupe hanno avuto la fortuna di non essere colpiti direttamente dalla furia dell’esondazione del Paglia, a chiudere un giorno, tutti insieme ed andare ad aiutare i nostri colleghi così sfortunati.
Sono tanti coloro che si sono già mobilitati, orvietani e non, volontari professionalizzati come la protezione civile, così come gruppi che hanno una grande e triste esperienza maturata in occasione dei tanti disastri occorsi in altre parti d’Italia ed oltre; i meravigliosi ragazzi delle scuole….
Ma i “colleghi” della rupe, insieme, come categoria, come gruppo, che offrono la loro disponibilità, il loro aiuto concreto, farebbero caprie e percepire una città ed una comunità UNITE, aperte e pronte ad affrontare i momenti di difficoltà dei colleghi che sono anche amici.
Una comunità che è anche in grado di analizzare i motivi che hanno causato, qui come altrove, le reazioni di una natura troppo a lungo violentata e sfruttata senza senno, e senza senso del futuro. Una comunità capace ancora di cambiare le regole, e provare a diventare “animali intelligenti” che recuperano, prevengono, programmano oltre l’oggi.
Uniti si può ri-costruire, non solo aiutare un collega a ri-cominciare, ma a ri-cominciare tutti insieme, tutti insieme si può provare a ri-costruire un futuro per la nostra comunità intera.
Venerdì mattina, non apriamo i nostri esercizi commerciali, andiamo tutti dai nostri amici, aiutiamoli ed aiutiamoci a ri-partire, e dimostriamo, a noi prima di tutto, che Orvieto è città UNITA, sopra e sotto la rupe, e che un futuro può esistere solo se ognuno si sente e si comporta come parte del tutto.