“L’Umbria unita si opporrà a ogni ipotesi che pregiudichi l’integrità del sito industriale di Terni”. Lo ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo ieri a Terni alla manifestazione dei lavoratori della ThyssenKrupp organizzata, in concomitanza con lo sciopero di tre ore, dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Fismic e Ugl contro la decisione di Outokumpu di vendere il sito ternano nell’ambito del piano di fusione con Inoxum.
“Le Acciaierie di Terni – ha detto – rappresentano una parte fondamentale dell’industria, dell’occupazione e della storia di questa regione e danno un contributo essenziale alla capacità produttiva dell’Umbria, concorrendo in maniera fondamentale al Pil regionale ed alla sua capacità di esportazione. Oltre a ciò, la TkAst genera un indotto di rilevante importanza per tutto il sistema regionale delle piccole e medie imprese”.
“L’azienda – ha continuato – grazie agli investimenti effettuati in questi anni, è in Italia e in Europa una eccellenza industriale per qualità delle produzioni, professionalità e competenza delle sue maestranze. Ecco perché la difesa e il futuro industriale e occupazionale delle Acciaierie hanno un rilievo che interessa l’intera comunità regionale. Le istituzioni umbre, con in testa la Regione, le forze sociali, economiche e anche la società civile, in maniera forte ed unitaria seguiranno con determinazione e attenzione l’evoluzione dell’assetto proprietario dell’azienda”.
“Vorrei ricordare – ha detto ancora la presidente – che la società Outokumpu, dopo aver presentato al Governo italiano e alla Commissione Europea un progetto di mantenimento di tutto l’assetto industriale, ha avanzato alla Commissione Europea una proposta che di fatto smembra e indebolisce lo stabilimento di Terni, rendendo incerto il futuro industriale delle Acciaierie. Per questo auspichiamo che il Governo, nel corso dell’incontro che ci sarà tra il ‘ceo’ di Outokumpu e il ministro dello Sviluppo economico Passera – ha sottolineato – chieda alla società di abbandonare questa ipotesi, riaprendo un confronto con le istituzioni nazionali e locali, le parti sociali, nell’interesse non solo delle Acciaierie, ma della realtà siderurgica del Paese”.
“La stessa Unione Europea – ha affermato la presidente Marini – si dovrebbe preoccupare essenzialmente del mantenimento e della difesa dell’industria e dei posti di lavoro non piegando a regole astratte della concorrenza il destino di sviluppo di un Paese e del lavoro dei cittadini”.