Riceviamo dal PD Orvieto Orvieto e pubblichiamo
Chi di noi non conosce il vicino/amico/parente oggi in difficoltà, o l’anziano che sempre di più fatica con la sua pensione e le sue necessità di cura? Chi di noi non conosce l’imprenditore, piccolo o grande che sia, oggi, sull’orlo del baratro? Che la situazione sia drammatica per tutto il Paese, lo sappiamo tutti. Però, sappiamo anche che l’uscita dal buio dipende dalla capacità di ben amministrare quello che c’è. Nel nostro caso, quel poco o molto che Orvieto contiene in termini di risorse economiche, imprenditoriali – ed umane.
Ora, a dar retta agli esponenti della destra al governo della città (Stefano Olimpieri, 15 ottobre), la “felicità” di una comunità consiste nel pareggio del bilancio comunale. Si fa presto a dire “pareggio del bilancio”.
Se è frutto solo di tagli e di nuove imposte: l’IMU al massimo consentito che colpisce, oltre le prime abitazioni, badate bene, non solo le ville dei “ricchi”, ma anche gli esercizi commerciali e imprenditoriali – ed è la voce più importante nel “pareggio”; la tassa di soggiorno che trova l’attività del turismo fortemente penalizzata; tutto il reparto “sociale” dagli asili nido in poi messo in ginocchio; la manutenzione della città lasciata al degrado; la raccolta differenziata dei rifiuti nelle frazioni manco iniziata; i cimiteri come anche i sentieri attorno alla Rupe abbandonati; le vendite del patrimonio inserite nei capitoli di entrata ma mai realizzate; le stime per le multe da incassare inventate di sana pianta; il rinvio a “giorni migliori” delle fatture che i creditori presentano al Comune; un taglio totale alle attività di cultura, alla “vita stessa” della città – se solo in questo consiste il ragionamento sul futuro della città, certo si fa presto a dire “pareggio del bilancio”.
Stupisce che la destra al governo della città si preoccupi del “silenzio del PD”. Dovrebbero conoscere molto bene le posizioni che il PD, insieme con tutta l’opposizione, ha assunto nelle riunioni del Consiglio comunale. Conoscono molto bene la nostra totale contrarietà al modello “ragionieristico” dell’attuale giunta e maggioranza, privo di benché minima idea del rilancio della città.
Hanno anche difficoltà al loro interno, ma ciò, in definitiva, non ci riguarda. Ci riguarda, invece e come!, che finisca al più presto questa parentesi di una giunta demagogica, di assessori volanti, di un mondo di “parole, parole, parole”. Che hanno ridotto la città all’ombra di quello che fu.
Noi del PD non staremo zitti. Le nostre ragioni di fondo, come partito ora maggiore a livello nazionale, saranno ben esposte durante la prossima campagna per le primarie. E subito, statene certi, saranno esposte anche le nostre idee per Orvieto, nella campagna per il nostro Congresso orvietano che nel mese di dicembre sceglierà la nuova dirigenza del PD Orvieto.