E’ ormai chiaro a tutti che Concina e la sua maggioranza siano riusciti – in soli tre anni – a portare a termine la prioritaria ed imprescindibile azione di risanamento dei conti, tanto che il pareggio di bilancio di cui tanto si parla a livello nazionale (il Parlamento lo ha anche “costituzionalizzato”) non è più una chimera neanche per il Comune di Orvieto. Fare uscire il Comune dal pericolo del fallimento era (ed è) la stella polare che ha guidato l’Amministrazione Concina. Dopo un duro e faticosissimo lavoro, possiamo affermare che – seppur con ancora numerose criticità da affrontate e risolvere – i fondamentali del nostro bilancio sono tornati in ordine (non lo erano da qualche lustro) e potranno costituire la base di partenza per attivare politiche finanziarie ed economiche virtuose, oltre che funzionali alla crescita complessiva della comunità orvietana. Pertanto, mentre da un punto di vista prettamente contabile e numerico, l’ottimo risultato raggiunto è inconfutabile e nessuno, eccetto qualche piccolo Archimede Pitagorico nostrano, può contestarlo, occorre rilevare come il dato maggiormente positivo si riscontri nella ritrovata sintonia tra l’Amministrazione e la città. In buona sostanza gli orvietani stanno comprendendo e metabolizzando il grandissimo lavoro fatto in questi tre anni, tanto da far tornare a buon livello il gradimento verso il Sindaco e verso tutta la sua maggioranza. Aver ereditato un Comune che spendeva 28 ed incassava 21 (parliamo di milioni di euro) ed averlo portato verso il traguardo del pareggio di bilancio in soli tre anni non è stato per nulla semplice. Oggi, seppur con ancora molte criticità da sistemare, la nostra città non è più sul baratro del dissesto e di questo gli orvietani ne stanno prendendo consapevolezza. Il buon lavoro che sta producendo la Giunta Concina è riscontrabile anche da un altro dato, che non è scientifico come lo sono i numeri, ma è di percezione politica. Sono mesi, infatti, che in tutta la galassia anti-Concina è sceso un silenzio assordante, a testimonianza del fatto che l’opposizione non ha più nessun argomento su cui imbastire una benché minima contrapposizione. Fino a primavera scorsa, seppur in maniera scomposta e sterile, la minoranza cercava almeno di contrastare (sempre ex-post) alcune scelte che il Sindaco e la sua maggioranza mettevano in campo. Lo faceva (sia in Consiglio che in città) esclusivamente attraverso la politica dei NO a prescindere e, come attestano i fatti, finendo sconfitta in ogni occasione (swap, asili, personale, vendite, ecc.). E’ un fatto inconfutabile che di quella scomposta opposizione non c’è più traccia e da qualche mese a questa parte non ci sono più neanche i NO a prescindere, a dimostrazione che ormai l’ottimo lavoro messo in campo dal Sindaco e dalla sua maggioranza ha depotenziato – ed in alcuni casi disinnescato – la minoranza in tutte le sue varie articolazioni. Il vero dato politico su cui oggi la città è chiamata a ragionare riguarda l’allargamento della forbice tra la concretezza ed i risultati positivi, da un lato, e lo sfaldamento e lo strutturale indebolimento, dall’altro.