Riceviamo dai sottoscrittori e pubblichiamo
Il progetto geotermico sull’Alfina, presentato alla popolazione e al consiglio comunale di Castel Giorgio da parte del prof. Barberi, presenta a nostro avviso gravi rischi e impatti ambientali, tutti da chiarire.
I principali rischi e impatti ambientali del progetto- che produrrà solo energia elettrica- che sono assolutamente da approfondire sono:
-precedenti storici di escavazione di pozzi geotermici sull’Alfina da parte di ENEL totalmente fallimentari sia a Castel Giorgio, che a Torre Alfina che a Latera;
-alterazione del delicato equilibrio sismico in una zona storicamente a considerevole sismicità, con la conseguente possibilità di dare luogo a fenomeni pericolosi per la popolazione;
-seria possibilità di inquinamento, anche irreversibile, dell’importante bacino idrico potabile dell’Alfina definito in più sedi come “ad elevata vulnerabilità e di rilevanza interregionale”;
-produzione di un rumore da impianto, nell’arco delle 24 ore, del tutto incompatibile con la quiete delle abitazioni e le attivitá turistiche dell’area;
-impossibilità di gestire i gas di risalita come l’idrogeno solforato e inquinamento dell’aria (puzza di uova marce);
-grave impatto paesaggistico di un impianto di grandi dimensioni previsto in una zona di elevato pregio;
-mancanza di esperienza specifica su perforazioni a profondità elevate da parte della società titolare del progetto (società elettrica del Liechtenstein).
Nella presentazione fatta a Castel Giorgio dal Prof. Barberi questi dubbi non sono stati chiariti e, a nostro parere, c’è una mancanza di dati sperimentali tesa a minimizzare reali problematiche. Solo in relazione alla sismica i dati presentati ci sono sembrati incompleti in quanto la ricerca sulla zona è stata fatta solo con i dati sismici degli ultimi 30 anni (sic!), omettendo i dati sulla profondità degli eventi e non prendendo in considerazione i terremoti del passato (1957, 1695 catastrofico). Questo ci sembra molto scorretto.
Alle giuste rimostranze del pubblico il prof. Barberi ha risposto che non ci saranno problemi e anzi per lui la gestione di questo fluido geotermico e del gas micidiale di idrogeno solforato è una “sfida bellissima”. Invece a noi certe sfide preoccupano, e molto, perché qui ci viviamo e non ce la sentiamo di fidarci ad occhi chiusi, neanche di un professore come Barberi che ci rassicura dicendo che lui e il suo staff sono persone serie.
Anzi questa richiesta di fede incondizionata è stato un elemento di alterazione in un normale processo di chiarimento e di approfondimento per tutte le parti coinvolte dimostratasi poi incredibilmente fuori luogo alla luce della pesantissima condanna a sei anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici comminata al prof. Barberi proprio per aver tranquillizzato e minimizzato in occasione del Terremoto dell’Aquila, quando era presidente vicario della Commissione Grandi Rischi.
Le modalità sbrigative con cui è stato proposto il progetto geotermico a Castel Giorgio presentano ormai troppe allarmanti analogie con l’atteggiamento teso a rassicurare e minimizzare che, dal tribunale dell’Aquila, è stato riconosciuto corresponsabile di una così immane tragedia.
Si ritiene pertanto che il progetto sperimentale di geotermia sull’Alfina presenti attualmente zone d’ombra che nessuno sia in grado, onestamente, di colmare per intero.
Occorre tuttavia evidenziare che quella geotermica può essere una importante risorsa energetica a disposizione del popolazioni locali. Ci sono esempi infatti, vedi le più recenti esperienze a Radicondoli (Toscana), dove la geotermia sembra essere utilizzata in sicurezza e con ottime ricadute sul territorio. In quel caso però, forti delle esperienze spesso negative del passato (vedi Monte Amiata) dove l’impatto della geotermia sull’ambiente e sulla salute dei residenti è evidente, i progetti sono severamente gestiti da consorzi espressione di tutte le realtà istituzionali ed associative del territorio e coordinati nell’interesse della comunità. Bisogna evitare insomma la classica “colonizzazione industriale” in cui “se va bene” quasi tutti i benefici sono per l’impresa, “se va male” i cittadini si tengono il buco e tutte le possibili conseguenze negative.
Per questo invitiamo urgentemente la società ITW & LKW Geotermia Italiana S.p.A. a ritirare il progetto inizialmente presentato e a predisporre l’apertura di un tavolo, insieme alle amministrazioni locali e le scriventi associazioni , in cui poter discutere più approfonditamente il tema allo scopo di chiarire ogni ragionevole dubbio, prima che un nuovo progetto possa, se del caso, essere ripresentato in Regione Umbria.
Orvieto, 29.10.2012
Filippo Belisario, Associazione WWF – sezione di Orvieto
Marco Carbonara, Associazione sviluppo sostenibile e salvaguardia Alfina, Acquapendente
Fausto Carotenuto, Comitato per la tutela e lo sviluppo di Castel Giorgio, C.Giorgio
Mauro Corba, Associazione Altra Città, Orvieto
Vittorio Fagioli, Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina (CISA), Orvieto
Elena Hagi, Rete Salvaguardia Territorio (Re.Se.T.), Vetralla
Roberto Minervini, Associazione Accademia Kronos, Umbria
Anna Puglisi, Associazione La Renara per l’ecosviluppo del territorio, Castel Giorgio
Lucio Riccetti, Associazione Italia Nostra- sezione di Orvieto
Stefano Ronci, Comitato tutela e valorizzazione Valli Chiani e Migliari, Ficulle
cisa. 313 (def.) comunicato stampa