Caro direttore,
mi permetta di distogliere l’attenzione solo per un momento dalla situazione politica disastrata che attraversa orizzontalmente i partiti della nostra provincia per porre l’attenzione su un tema nevralgico che il nostro territorio sta per affrontare: la costituzione di unioni di comuni, che sarà obbligatoria per tutti i piccoli comuni italiani.
Negli ultimi vent’anni è capitato spesso di lamentarci nei confronti di un’ amministrazione centrale che è divenuta sempre più pesante, togliendo respiro all’autonomia del territorio. Tesoriera unica; centralizzazione dell’Imu; l’impossibilità per una giunta di mettere in mobilità il capo dirigente servizio finanziario senza l’accordo con il Mef, fino all’abbandono dei costi standard e conseguente morte nefasta del federalismo: questi sono solo alcuni dei provvedimenti presi in questa direzione solo nell’ultimo anno.
Abbiamo però un’opportunità per ridare dignità a chi amministra una comunità: il percorso obbligatorio di gestione associata che vedrà i comuni italiani mettere insieme tre funzioni fondamentali entro dicembre e, le restanti 7, entro il 2013. Noto purtroppo come in questo frangente il nostro territorio stia perdendo di vista questa grande opportunità; tra tutti il bacino del Lago di Bolsena ad esempio, dove non vedo spiragli per la creazione di una unione di comuni forte come il nostro patrimonio meriterebbe.
Questa parte importante della Tuscia è unita storicamente da cultura, usi, costumi, mentalità e, soprattutto, da connessioni economiche derivanti dai flussi turistici che ormai riusciamo ad intercettare tutto l’anno. Abbiamo oggi l’occasione per poter costituire una grande unione di tutti quei comuni che sono bagnati dalle acque del lago per fare sinergia, sia nella gestione ordinaria delle funzioni, che nella promozione turistica. Nel nord Italia questo metodo è già realtà consolidata, molti comuni geograficamente simili a noi hanno già avviato percorsi del genere anticipando i tempi ministeriali e dando vita a sinergie forti e moderne. Una dimostrazione del fatto che dove non arriva la legge, vince la determinazione degli amministratori locali più lungimiranti. Lungimiranza che non vedo così diffusa intorno al lago si sta perdendo di vista il grande obiettivo della crescita economica e sociale del nostro territorio e dei nostri cittadini.
Non nascondo le difficoltà che questo “trambusto” istituzionale creerà: delle difficoltà agli enti soprattutto agli inizi, ma il percorso delle gestioni associate è obbligatorio e per quello che mi riguarda anche doveroso per quanto concerne l’efficientamento della macchina amministrativa.
Abbiamo ancora tempo per provare a cambiare il corso delle cose; dobbiamo tornare a discutere su come mettere a sistema gli interessi del nostro territorio, magari partendo da qualcosa che già c’è, come il Cobalb o il “sistema museale”. Perché non fare sistema tra comuni che già insieme gestiscono la depurazione delle acque? Perché non aggregare comuni limitrofi, ma parte del sistema?
Il mio sogno, come quello di molti nostri concittadini è quello di avere un grande Ente che parta dalla zona di Orvieto e arrivi al mare, ovvero la Tuscia. Ma per arrivarci e continuare a coltivare questo sogno c’è bisogno di fare qualcosa in più, partendo proprio dalla costituzione di una grande unione dei comuni del lago.