Esponenti della maggioranza sostengono che le difficoltà a quadrare il bilancio del Comune derivino dai tagli decisi del Governo sui trasferimenti agli Enti locali.
Falso ! Il totale delle entrate correnti, dal 2009 a oggi è passato da 21 a 26 Mln con un incremento di 4,7 Mln annui. Questo incremento deriva,unicamente, per 3 Mln dal maggior prelievo effettuato sulle tasche degli orvietani e per 1,7 Mln dalla differenza, a favore del comune, tra i tagli subiti e l’erogazione dei soldi del fondo statale sperimentale di riequilibrio.
In effetti le tasse comunali sono passate da 3,2 Mln del 2009 a 4,4 Mln nel 2012 ( manovra sulla Tosap del 2010) a cui si deve aggiungere, da quest’anno, l’ eccedenza trattenuta dal Comune pari a oltre 1 Mln per le super aliquote IMU fissate lo scorso 27 agosto dal consiglio comunale e che producono un gettito complessivo che è superiore al reale fabbisogno per compensare la ex ICI e la riduzione di altri cespiti. Infine, bisogna aggiungere altri 0,7 Mln di aumenti sulle tariffe dei cosiddetti servizi a domanda individuale.
Purtroppo ciò che non si è affatto incrementato sono state le entrate extratributarie. Erano 5,6 Mln nel 2009 e sono rimasti 5,8 Mln nella previsione attuale. Si tratta dei soldi che il Comune riesce a incassare attraverso la gestione dei suoi asset di beni e servizi e questo obbiettivo è stato mancato nonostante sia stato ritoccato al rialzo il listino di quasi tutte le principali tariffe.
Siccome questa resta la leva principale di una politica delle entrate capace di riequilibrare i conti in maniera strutturale senza scaricarne sui cittadini gli oneri e i costi , bisogna prendere atto del sostanziale fallimento dei tentativi finora condotti in questa direzione dall’amministrazione in carica.
Tra i successi che l’amministrazione rivendica c’è quello di aver ridotto le spese e conseguito cospicui risparmi.
Falso ! Il totale delle spese correnti, diversamente da quel che è stato annunciato, ha seguito una costante, seppur modesta, crescita passando dai 23,3 Mln nel 2010 ai 24,3 Mln nella previsione attuale.
Se l’equilibrio dei conti non è stato ancora raggiunto, anche il bilancio 2012 contiene previsioni di dubbia congruità e veridicità.
Sì, è proprio così ! A meno che, con una serie di emendamenti, non vogliano fare un’operazione verità come quella fatta nel 2009 in sede di verifica quando il controllo dei conti passò dall’amministrazione uscente a quella nuova. Temo che non accadrà adesso perché significherebbe sciogliere il Consiglio , ma sono disposto a scommettere tre dei miei stipendi da bancario che la cosa si verificherà puntualmente nel 2014 se subentrassero nuovi amministratori di diverso colore politico.
Di sicuro i soldi in più prelevati in questo triennio dalle tasche dei cittadini orvietani e l’aumentato impegno dello Stato non sono stati sufficienti ad eliminare il buco finanziario strutturale che da molti anni ci portiamo dietro continuando a incassare meno soldi di quanti ne spendiamo.
Perché le gare per la vendita del patrimonio immobiliare del Comune necessarie alla riduzione del deficit finora accumulato non si concludono positivamente.
Gli investitori non comprano più il “mattone”, comprano solo idee di businnes che ad esso sono correlate. Si pensi al ricchissimo mercato immobiliare di Dubai , lì si comprano strisce di sabbia al valore di milioni di dollari. Ovviamente non è la sabbia ad esser cara ma sono i progetti di sviluppo disegnati sopra di essa a valere miliardi.
Perciò “Orvieto” non si vende anche perché non c’è alcun progetto di sviluppo. I fallimenti registrati nei tentativi finora esperiti dal Comune risentono di un mercato che è più che depresso , praticamente congelato dalla crisi globale in atto. Fosse stato il contrario anche l’imperizia e la scarsa enfasi con la quale le vendite sono state presentate sarebbero passati in secondo ordine e ci sarebbe stato chi avrebbe comunque voluto concludere questi affari.
Invece, in questa situazione, si sarebbe dovuto fare molto di più per esempio un progetto di alto profilo per il rilancio del turismo a Orvieto e la conseguente valorizzazione economica del suo centro storico , delle sue infrastrutture ricettive , dei sistemi di mobilità , dei monumenti e dei suoi prestigiosi immobili oggi in disuso.
Ho trovato curioso che Concina , conoscendo bene questo mondo finanziario, si sia finora mosso, invece, su un piano minimale quale quello di tentare prima di vendere e poi di progettare e non viceversa.
Ad ogni modo il problema rimane irrisolto e destinato ad aggravarsi in considerazione del fatto che rispetto al deficit iscritto in bilancio, quello tendenziale deve essere rivalutato di molto se si tiene conto del perdurare dello squilibrio annuale tra entrate e uscite e dell’accumularsi di milioni di euro di residui “cattivi” che non potranno essere mai riscossi.
L’aver demandato, dopo tre anni di incertezze ed errori, lo sviluppo di un progetto di valorizzazione del patrimonio immobiliare a un’organizzazione esterna patrocinata dall’ Anci, è un tentativo di togliersi dall’imbarazzo, ma questa scelta resta discutibile e dall’esito incerto soprattutto se Orvieto, primo tra gli Enti locali ad aver aderito, rimarrà , tra questi, anche l’ultimo ad averlo fatto.
I punti critici del documento di bilancio 2012 presentato dalla Giunta e in discussione il prossimo Consiglio comunale di venerdì 26 ottobre.
Vi sono nel documento di bilancio specifiche e sistemiche forzature palesemente inattendibili, alcune delle quali evidenziate dagli stessi organi di controllo interni, e arzigogolate per sottostimare da un lato alcune voci di spesa e dall’altro per sovrastimare alcune voci di entrata :
1) Swap – L’accantonamento per i differenziali da pagare a BNL attualmente sospesi dal provvedimento del Tribunale di Orvieto è stato iscritto per il 2012 per soli euro 100.000 invece che per euro 460.000. Tale previsione, considerando l’attuale curva dei tassi, produce uno squilibrio di oltre 1 Mln sulla previsione triennale. Analoga preoccupazione esprime nella sua relazione il Dott. Bronzo che pertanto , inascoltato, suggerisce di quantificare l’accantonamento almeno per il 50% delle somme che sono in gioco.
2) Fondo Svalutazione Crediti – E’ stato ridotto di 464.000 euro attraverso una decisione alquanto discutibile in quanto calcolato al netto dei 1.855.450 euro relativi al vecchio credito della gestione dei rifiuti della regione Campania. Si tratta di un residuo che risale al 2002 vecchio di dieci anni e sul quale il collegio dei revisori appena qualche mese fa, in occasione della relazione sul bilancio consuntivo, ne aveva sottolineato la probabile inesigibilità, salvo oggi, in assenza di alcuna novità, considerarlo nuovamente esigibile e quindi da non ricomprendere tra i residui su cui calcolare la percentuale di accantonamento.
3) Proventi dai parcheggi – Fissati in 1.450.000 euro sono sovrastimati di almeno 400.000 euro rispetto al trend degli incassi reali di questi primi nove mesi dell’anno. Tuttavia mi piace ricordare quanto miope fosse chi voleva concedere in affitto a privati questo asset per i prossimi ventanni a 250.000 euro l’anno e come in molti fossero piccati e insofferenti dei miei interventi critici a favore della gestione diretta e contro la gara della concessione che fu poi effettivamente esperita e fortunosamente andata deserta.
4) Recupero evasione – I 400.000 euro previsti sono una cifra fantasiosa se si tiene conto che analoga manovra fu prevista lo scorso esercizio di bilancio e il cui esito è stato inferiore alle aspettative. Riproporre e ripetere ora una nuova e analoga manovra dopo aver già raschiato il barile e mentre la precedente manovra è ancora in corso equivale a prendere pesci pescando in un lago prosciugato.
5) Tagli e azzeramenti – Qui si puntualizza l’attenzione e il monito degli organi di controllo interni che avvertono circa la forte improbabilità di mantener fede alle previsioni. Si tratta, aggiungo io, in molti casi dell’azzeramento delle dotazioni agli uffici nei diversi settori e altri tagli che intervengono , se non altro, dopo che tali somme sono già state spese con tutta probabilità nel corso di questi 10 lunghi mesi di gestione provvisoria del bilancio 2012.
Quale giudizio complessivo e quali suggerimenti.
Persiste una differenza strutturale tra entrate e uscite stimabile intorno a 2 Mln di euro che viene mascherata attraverso previsioni inattendibili. Il dato positivo è che questo gap si è ridotto rispetto a quello ereditato, ma questa riduzione è stata raggiunta esclusivamente aumentando il carico delle tasse che gravano sulle famiglie e sulle aziende orvietane.
Un altro aspetto negativo è quello dell’incapacità finora dimostrata di andare a prendere i soldi che servono attraverso la messa a reddito della città.
Bisogna fare ciò che serve per valorizzare il centro storico ( pedonalizzazione, mobilità, cultura , monumenti ) per ricavarne, attraverso il rilancio dei flussi turistici quei 4/5 Mln di entrate che servono per stabilizzare il bilancio comunale e ridurre lo spropositato carico di tasse locali che questa amministrazione ha appioppato sul groppone dei cittadini orvietani.