La giunta regionale, su proposta dell’assessore Stefano Vinti ha provveduto ad assegnare ai Comuni umbri, contributi per un totale di 500mila euro tutti provenienti dal bilancio regionale, per l’eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati. “Il paradosso è che esiste una legge nazionale che prevede un contributo per agevolare l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati e che però da dieci anni non viene più rifinanziata. Ed anche in questo caso soltanto l’intervento della regione, con il suo magro bilancio, va a sostegno delle famiglie in difficoltà. Ma, con i nostri finanziamenti, riusciamo a coprire soltanto il 5 per cento del fabbisogno”. Una legge nazionale del 1989 infatti stabilisce la concessione dei contributi, per la realizzazione di tali opere in edifici già esistenti, ai portatori di menomazioni o limitazioni funzionali permanenti, a coloro i quali li abbiano a carico, nonchè ai condomini ove risiedono le categorie di beneficiari. “Con la legge regionale 19 del 2002, continua Vinti, l’Umbria ha stabilito di integrare con contributi regionali il finanziamento statale. Purtroppo proprio da quell’anno il Governo nazionale ha smesso di erogare il dovuto finanziamento statale e così ormai da dieci anni i soli contributi che possono essere ripartiti tra i Comuni sono quelli regionali”. Il risultato è che si sono ormai accumulate oltre 1330 domande (1023 inprovincia di Perugia e327 inprovincia di Terni) per un fabbisogno di oltre dieci milioni di euro. Soltanto nel 2012 si è determinato, in base alle richieste di contributo pervenute entro marzo 2012, un fabbisogno di 5.880.034 euro, che è stato richiesto al Ministero per le Infrastrutture in conformità all’art. 11 della L. 13/1989. “La mancanza di risorse statali ha determinato una condizione di attesa difficilmente sostenibile dai cittadini, i quali, a prescindere dalla anzianità della domanda, avrebbero tutti diritto al riconoscimento dei contributi stabiliti con una Legge dello Stato che però è priva di finanziamento. La buona volontà dell’Amministrazione Regionale di intervenire con propri fondi non consente di sopperire ad un fabbisogno annuo di circa 1.000.000 di euro, causando così lunghe attese per accedere ai contributi e bloccando spesso lo scorrimento delle graduatorie, con grande disagio in particolare modo nei Comuni minori, i quali trovandosi a gestire bilanci limitati difficilmente riescono a sopperire con adeguati servizi ed assistenza alle necessità dei soggetti diversamente abili”.
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