L’incontro “Unire i puntini… proposte per il bilancio comunale” organizzato venerdì scorso da Alleanza per Orvieto (Barbabella, Gnagnarini, Calcagni, Gialletti) ha prodotto delle idee, che possono essere davvero utili per costruire un bilancio comunale di Orvieto che vada al di là dei numeri e si spinga nel ruolo che gli è proprio, la programmazione, certamente difficile quando si approva il preventivo a fine ottobre, nel tempo dei consuntivi.
Ha aperto l’incontro Franco Raimondo Barbabella, che si è concentrato sul concetto di “ricostruire”, di operare perché le intelligenze presenti in città contribuiscano con il loro “puntino” a tracciare un percorso riconoscibile verso cui indirizzare la città. E’ un’immagine suggestiva, che parte dall’analisi di una realtà amministrativa “grigia e opaca come quella precedente”, ha sottolineato Barbabella, che ha necessità di superamento .
Massimo Gnagnarini ha sviluppato la parte del titolo “proposte per il bilancio comunale”.
Dopo un’analisi stringente dei bilanci degli ultimi anni, da cui risulterebbe che almeno dal 2001 i bilanci sono stati fondati su aspettative di entrate non realizzate, fino ad esplodere nel settembre del 2006 con il rilievo di un buco di 5 milioni e nel 2009 di un buco divenuto 9 milioni, Gnagnarini ha previsto che lo stesso fenomeno si verificherà a conclusione del Amministrazione Còncina, secondo una ciclicità ineludibile.
Dopo l’analisi, che presenta riscontri oggettivi, la proposta per il bilancio si è rivelata convincente.
“Riappropriamoci del centro storico di Orvieto e rimettiamo in moto la straordinaria macchina economica che rappresenta” : è questa la sintesi di un progetto articolato che parla di flussi turistici e di gestione dei beni rivolti all’accoglienza, da quelli culturali ai parcheggi ai servizi. Ma perché questo si realizzi, fino all’obiettivo di garantire 5-6 milioni strutturali di entrate nelle casse comunali, è necessario investire per riportare la città nella condizione invidiabile in cui è stata lasciata dalla legge per Orvieto, operando quella manutenzione che è ormai inderogabile. Un mutuo di relative dimensioni, non tale da aggravare troppo il peso del bilancio, potrebbe sviluppare cifre consistenti da investire subito per creare le condizioni della ripresa, un “debito buono”, come l’ha definito Gnagnarini.
Insomma, abbiamo verificato con sollievo che c’è chi va oltre le chiacchiere e i conti, che c’è sostanza , evidente quando la qualità delle idee è densa e può far lievitare azioni rigeneranti.
Sarebbe utile se le proposte emerse durante l’incontro trovassero sponde in Consiglio comunale, per lanciare semi da cui sicuramente potrebbero germogliare buoni frutti.