La maggioranza che sostiene il Sindaco ha dimostrato grande coerenza in merito alla volontà di fare chiarezza sul Crescendo: infatti, nel maggio scorso, contestualmente al diniego relativamente alla richiesta di recesso unilaterale da parte del Comune di Lugnano in Teverina, il Consiglio Comunale, su proposta del gruppo del PdL, approvò una risoluzione con la quale di disponeva che entro il mese di settembre si sarebbe dovuta attivare una fase finalizzata a mettere fina alla agonia finanziaria, economica e progettuale che da anni attanaglia il Consorzio Crescendo. Costituito nel 2000, il Consorzio non ha assolto a quanto previsto dall’oggetto sociale e non è minimamente riuscito a attuare gli scopi prefissati. In sostanza, mentre il tanto decantato marketing territoriale non si è mai visto, purtroppo si sono visti i tanti milioni di euro che sono serviti per finanziare opere improduttive dal punto di vista imprenditoriale e, soprattutto, occupazionale. Invece di divenire il principale volano di sviluppo per il nostro territorio, si è dimostrato un pozzo senza fondo di speco di soldi pubblici, oltre ad essere stato un vero e proprio freno allo sviluppo economico del nostro territorio per più di un decennio. In linea con la cultura dirigista che per decenni è stata egemone nell’Orvietano, il Consorzio (gestito in nome e per conto di quella cultura dirigista) ha fatto l’esatto contrario rispetto alle motivazioni per le quali era stato costituito. A più di un decennio dalla sua costituzione, il Crescendo risulta finanziariamente ingessato per aver fatto investimenti milionari risultati quasi tutti improduttivi: è sotto gli occhi di tutti che la maggior parte delle aree e dei terreni che avrebbero dovuto divenire sedi di investimenti produttivi risultano desolatamente vuoti. Di fronte ad un situazione molto grave e difficilmente sostenibile, la richiesta avanzata dal Sindaco di Orvieto – finalizzata alla predisposizione delle procedure per lo scioglimento del Consorzio – è stata di grande rilevanza politica ed amministrativa ed ha dimostrato concretamente di voler uscire da una situazione che si sta incancrenendo sempre più e che, lentamente, sta portando il Crescendo verso un punto di non ritorno. Oggi, al fine di non far pagare ai cittadini il fallimento economico e politico di un sistema dirigista e burocratico, è giunto il momento che la Regione dell’Umbria (40% del capitale sociale) e la Provincia di Terni (25% del capitale sociale), in qualità di soci di maggioranza, dicano con chiarezza quale strada intendono intraprendere. Il Comune di Orvieto (13% del capitale sociale) non ha la forza di decidere alcunché; ma la richiesta di scioglimento del Consorzio è la dimostrazione che non è più tempo di tergiversare e che occorre chiudere al più presto questa fallimentare esperienza.
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