Il Consiglio Comunale ha approvato lo schema di convenzione quadro tra Comune di Orvieto e “FONDAZIONE PATRIMONIO COMUNE”, costituita dall’ANCI, per la valorizzazione del patrimonio immobiliare del Comune di Orvieto. Il Comune acquisirà lo status di sostenitore della “Fondazione Patrimonio Comune” costituita il 17 aprile 2012 dall’ANCI allo scopo di sviluppare e diffondere la cultura della valorizzazione e della gestione attiva del patrimonio di proprietà dei comuni italiani, supportando e collaborando con tutti i soggetti, pubblici e privati, interessati a compiere operazioni straordinarie sugli asset degli enti locali .
Orvieto potrebbe costituire un fiore all’occhiello della Fondazione, tra i primi e più importanti comuni ad aderire.
L’Amministrazione, come rilevato durante il dibattito da Leoni, dovrà coinvolgere anche gli altri enti proprietari di beni immobili in città, perché altrimenti ne deriverà una progettualità monca, che tiene conto soltanto della Piave e non, ad esempio significativo, l’ex ospedale.
Questa preoccupazione è legittima e va perseguito un accordo con Provincia e Regione che risponda ad una visione generale, a quel progetto che la minoranza continuamente reclama, che la maggioranza promette e snobba, come se si trattasse di chiacchiere politichesi.
Certo, la possibilità offerta dalla Fondazione di seguire tutto il processo di ideazione e collocazione sul mercato degli immobili può rappresentare la soluzione di tanti problemi, primo fra tutti il “peso” che la proprietà inutilizzata rappresenta per l’Amministrazione. Orvieto, poi, non partirebbe da zero ma avrebbe da mettere subito sul tavolo il progetto di RPO, che potrebbe essere aggiornato e valorizzato.
Aderire ad un’azione così importante dell’ANCI ha indubbiamente un valore positivo, ma non deve in alcun modo costituire una giustificazione per ritardi ulteriori o insuccessi. Dopo tre anni di galoppo ventre a terra senza andare da nessuna parte, l’Amministrazione dovrebbe investire nel progetto tutte le risorse umane e le capacità possibili, perché ogni giorno alla Piave si rompe un vetro, il degrado avanza, i quattrini in giro per investimenti diminuiscono. Già l’assassinio anni fa di Risorse per Orvieto ha prodotto danni irrecuperabili, perché nel frattempo il mercato immobiliare, in quegli anni buttati, ha subito una pesante mortificazione. Concina ed i suoi hanno offerto il loro contributo al peggio arrivando ad oggi senza nulla in mano, ma un altro paio d’anni senza un’istruzione definitiva delle pratiche sull’uso del patrimonio significherebbe rimandare ad una prossima Amministrazione, che non sappiamo quanto possa essere in continuità con questa, al di là del colore politico.
Non c’è più spazio per errori, neppure nella minoranza, che si porta il suo pesante fardello di responsabilità.
Trovare una condivisione sull’argomento e entrare nell’”affare” con tutto il peso politico possibile dovrebbe essere il compito di domani di tutti i consiglieri e della politica.
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