È on line il nuovo sito di Orvieto Contro il Cancro www.occorvieto.it, realizzato e donato all’associazione da Akebia Internet Experience: una risorsa al passo con i tempi con cui O.C.C. potrà svolgere ancora meglio la propria azione di comunicazione.
Per presentare il nuovo sito è stata scelta, all’interno della manifestazione “Fai Volare la Speranza”, una modalità di forte impatto sociale, basata sulla cultura della solidarietà che unisce, in un comune filo ideale, O.C.C e Akebia, azienda particolarmente impegnata nel campo dell’accessibilità del web. Sabato 29 settembre, alle ore 17,00 nella Sala del Governatore di Palazzo dei Sette, Fabrizio Caccavello, membro del consiglio direttivo di IWA-HWG, partendo dal sito internet di Orvieto Contro il Cancro, terrà un incontro sul tema “Il web e le sue barriere. Quando il web è veramente sociale”. IWA (Intenational Webmasters Association) Italia è parte di HWG (‘HTML Writers Guild), associazione professionale riconosciuta leader mondiale nel fornire principi e certificazioni di formazione per le professioni in Rete, impegnata a varare, seguire e diffondere i principi etico-professionali definiti come standard internazionali del web. E per IWA Fabrizio Caccavello svolge regolarmente sessioni formative in meeting e manifestazioni nazionali del settore.
All’interno di “Fai volarela Speranza” Caccavello terrà, dalle ore 17 alle ore 17.45, un incontro con il pubblico, non per specialisti ma alla portata di tutti, per spiegare che cosa si intende per “web accessibile” e per aiutarci a comprendere quali sono, anche su internet, i diritti delle persone affette da disabilità o ipoabilità. Si è ormai diffusa, infatti, una discreta consapevolezza rispetto alle barriere architettoniche negli spazi fisici con cui, ogni giorno, abbiamo a che fare. Non si può reputare ancora sufficiente, invece, la conoscenza di quelle che sono le barriere architettoniche sul web: un mezzo sempre più diffuso che può essere particolarmente utile proprio a chi si trova in situazioni di handicap fisico o tecnologico e che sempre più impone da un lato la professionalità e la deontologia degli sviluppatori, dall’altro la consapevolezza degli utenti.
Secondo le direttive del W3C, il consorzio internazionale che si occupa di definire gli standard di programmazione per il web, la programmazione accessibile “renderà i contenuti accessibili ad un alto numero di persone con disabilità, inclusa cecità e ipovisione, sordità e perdita di udito, difficoltà di apprendimento, limitazioni cognitive, limitata libertà di movimento, difficoltà di parola, fotosensibilità e le combinazioni di queste disabilità”.
Questa citazione evidenzia una prima chiave di lettura etica. E rendere agevole l’accesso al web alle persone con abilità non ottimali o alle persone con disabilità è sicuramente una motivazione fondamentale per eseguire progetti accessibili, tanto che in questo quadro lo stato italiano si è dotato di una legge di garanzia (L. 4/2004) almeno per le Pubbliche Amministrazioni e per gli enti a loro assimilabili. È tuttavia una seconda chiave di lettura che apre i maggiori scenari: considerare che un progetto accessibile permetterà una maggiore usabilità a tutti gli utilizzatori in generale, anche a chi non è in situazioni di handicap fisico o tecnologico. Frontiere ancora più interessanti si aprono in considerazione del fatto che l’accessibilità, partita come una giusta necessità etica, si sia poi rivelata un formidabile strumento di IT e Social marketing. Solo prodotti altamente accessibili, infatti, possono essere consultati agevolmente tramite gli attuali strumenti di accesso a internet come i Netbook, gli Smartphone, i Tablet PC ed essere efficaci sui Social Network. Un dato che spinge a pensare che, almeno sul web, i diritti dei meno fortunati e le più moderne strategie di business hanno importanti punti di contatto.