Riceviamo dal SEL di Castel Giorgio e pubblichiamo
Ultimamente, a Castel Giorgio, l’amministrazione comunale è tornata a parlare, senza che i cittadini fossero minimamente informati, di un impianto per lo sfruttamento dell’energia geotermica.
Sembra, infatti, che dal 7 agosto sia depositato in Comune un progetto, presentato dalla società privata ITW LKW Geotermia Italia s.p.a., per la realizzazione di un impianto del genere.
I cittadini interessati, da quanto ci è stato riferito, volendo, avrebbero a disposizione 60 giorni (fino al 6 ottobre) per visionare tale progetto e, nel caso, inoltrare formalmente per iscritto osservazioni e rilievi. Dopodiché ancora non sappiamo bene quale iter burocratico dovrebbe seguire la pratica.
Inoltre, il 4 settembre, è avvenuto in Comune un incontro (a porte chiuse) tra consiglieri comunali e tecnici della suddetta società privata per ulteriori delucidazioni sul progetto presentato.
Stando così le cose, ci sembra opportuno manifestare tutta la nostra perplessità e fare, poi, qualche considerazione.
Perché, anche su una questione importante come questa, i cittadini devono essere informati solo a cose fatte? Noi questo non lo capiamo, non lo condividiamo e non lo approviamo.
Altra osservazione. Se l’Enel, a suo tempo (inizio 2000), dopo essersi impegnata con il Comune di Castel Giorgio per costruire un impianto per lo sfruttamento dell’energia geotermica, rinunciò alla realizzazione del progetto e preferì pagare al Comune una penale di 850 mila euro, ci saranno pur stati dei motivi! Ed i motivi erano: gli alti costi (tanto da non rendere conveniente l’opera) e le non trascurabili implicazioni dal punto di vista ambientale e paesaggistico. E l’Enel era ed è un ente pubblico con una lunga e provata esperienza alle spalle, nel campo della geotermia. Questo non è certo di poco conto. Quale società privata, infatti, può vantare, nel settore geotermico, la stessa esperienza accumulata dall’Enel nel corso degli anni?
Ora, è vero che il progetto depositato in Comune agli inizi di agosto si presenta come “un progetto pilota e sperimentale”, ma è sufficiente questo? Oppure questo, alla fine, finisce per essere un ulteriore motivo di preoccupazione?
Andando, poi, più nello specifico:
L’Enel è disposta a cedere alla società privata interessata i pozzi di prelievo e di reimmissione già aperti a suo tempo?
Sennò, questa società dovrà aprire nuovi pozzi?
Altre perforazioni, a quanto pare già previste, quali conseguenze indirette potrebbero comportare, vista la presenza di importanti falde acquifere nel sottosuolo dell’Alfina?
E poi: sicuro che il prelievo e la reimmissione dei fluidi impiegati per ottenere energia geotermica da e nei pozzi non possa provocare microsismi o effetti sisimici più in generale, in un territorio già ad elevato rischio?
Inoltre, l’impianto strutturale che dovrà contenere le turbine, da costruirsi nei pressi dell’area industriale “La Torraccia”, per le sue vaste proporzioni sia in estensione che in altezza, non costituisce di per sé un grosso e fin troppo rilevante problema di impatto ambientale? Ed il funzionamento, a pieno regime, delle turbine non provoca, per esempio, inquinamento acustico?
Passare all’attuazione di un mega-progetto come questo, in un territorio come il nostro, che, nel 1999 (per bloccare il progetto “Roma Vetus”) fu dichiarato dall’allora ministro ai beni culturali ed ambientali di “alto interesse naturalistico e paesaggistico”, signficherebbe, per molti versi, sconvolgere gli attuali equilibri ambientali. Tantopiù che, negli ultimi due anni, il territorio del nostro comune ha visto il proliferare incontrollato di impianti solari fotovoltaici a terra, che hanno occupato decine e decine di ettari di terreno agricolo.
Non basta, dunque, affermare che questo è “un progetto pilota e sperimentale” oppure che è “ad emissioni zero” per rassicurarci. Le nostre preoccupazioni rimangono tutte e siamo sicuri che anche molti cittadini la pensano allo stesso modo.
Per l’altopiano dell’Alfina, per Castel Giorgio, per i paesi circostanti questo, secondo noi, è un progetto che porta tanti svantaggi e pochissimi vantaggi. Prendere quindi posizione e mobilitarsi per attempo, per tanto, non è solo opportuno ma doveroso.