Il PD, a commento del Consiglio comunale di lunedì scorso,
Nelle sprezzanti definizioni rivolte al presidente del Consiglio comunale c’è una evidente delusione, quella che si è soliti nutrire nei confronti degli ex, quelli che non sono quello che sarebbero dovuti essere. Lo stato d’animo dei piddini è comprensibile, ma sembra nascere più dall’amore non ricambiato piuttosto che da robuste critiche politiche.
E’ che Frizza è figlio del PD, selezionato come classe dirigente di quel partito, ed ha avuto la responsabilità, insieme a Meffi, Mariani e Gambetta di garantire nell’Orvietano l’unione dei Ds e di Democrazia e Libertà. Forse qualcuno se l’è scordato, ma di quella cucciolata è rimasto tra i democratici soltanto lo sfiduciato Mariani. Se quindi c’è un errore nella crescita è genetico.
Il satrapo di oggi lo era anche ieri, almeno in nuce, i suoi comportamenti avevano lo stesso stile di oggi, al di là dei contenuti contingenti, ma era funzionale e quindi, seppure tra alterne vicende determinate soprattutto da dispute legate alla gestione di manifestazioni e varie, l’uomo è stato sempre valorizzato, così come Mariani e Meffi, di stretta fede mociana.
Lo sfogo del Pd sugli atteggiamenti dei “responsabili” è triste, quanto lo sono Frizza e Meffi quando non tralasciano mai di rinfacciare gli errori dei vecchi compagni di merenda, come se volessero riconquistare una verginità involontariamente perduta. Ciascuno si difende come può e si difende perché di scempiaggini ne sono state compiute troppe, troppo faticose da giustificare, quindi o si ignorano, come fa il PD, o ci si sfila, come fanno Frizza o Meffi.
Nessuno di loro fa i conti con la città.
Speriamo che la prossima tornata elettorale la città faccia i conti con tutti.
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