Parte con un interessante convegno sulla biodiversità la tredicesima edizione di Orvieto con Gusto. Ad organizzarlo, nel segno di una rigorosa e lodevole attenzione, la Condotta Slow Food di Orvieto, che è uno dei numerosi soggetti che collaborano alla manifestazione. Il tema, “Tradizione, biodiversità, territorio. La storia e i risultati del progetto Presidi Slow Food”, sarà trattato venerdì 28 settembre a Palazzo Coelli, a partire dalle ore 17, da qualificati relatori.
La biodiversità è uno dei temi principali dell’agenda di Slow Food e di Terra Madre. I dati resi noti sono allarmanti, ci dicono che se il pianeta continuerà a dilapidare le proprie risorse con questo ritmo, entro la fine del secolo il 10% di tutte le specie sarà estinto; la Fao stima che il 75% delle varietà delle culture agrarie siano già andate perdute.
Quando si parla di biodiversità non si intendono solo specie animali e vegetali, ma si ragiona in modo più ampio di ecosistemi, di un’infinità di attività umane, cucina, artigianato, tradizioni, riti che rischiano di scomparire di fronte alla omologazione della coltura/cultura e delle tecniche di produzione. Slow Food affronta da molti anni questi temi e ha messo a punto pratiche concrete per affrontare il problema: L’Arca del Gusto e i Presidi, strumenti attraverso i quali cerca di salvaguardare la grande ricchezza di cultura del nostro pianeta.
L’Arca del Gusto, nata nel 1996, cerca, cataloga e descrive sapori dimenticati di tutto il pianeta: prodotti a rischio di estinzione ma ancora vivi, che potrebbero essere riscoperti e tornare sul mercato. Nel 1999 nasce poi la Commissione Scientifica dell’Arca Italiana, che individua le categorie dei prodotti e i criteri di selezione. Il lavoro dell’Arca Italiana si dimostra fertile: in molti altri Paesi del mondo nascono Commissioni che iniziano a lavorare, catalogando prodotti. Dietro l’esempio italiano, i primi a mettersi all’opera sono gli americani e i tedeschi, seguiti da svizzeri, olandesi e francesi. Il 26 ottobre 2002, al Salone del Gusto, tutte queste esperienze si incontrano e nasce una Commissione Internazionale dell’Arca.
Gli attuali 201 Presìdi italiani sono il risultato di un lavoro di dieci anni che ha affermato con forza valori fondamentali: la tutela della biodiversità, dei saperi produttivi tradizionali e dei territori, che oggi si uniscono all’impegno a stimolare nei produttori l’adozione di pratiche produttive sostenibili e pulite, oltre che a sviluppare un approccio etico, da Slow Food definito “giusto”, al mercato. Il riconoscimento del Presidio ha aiutato centinaia di piccoli produttori affinché potessero continuare nella propria attività.
Ed è proprio questo il tema che la Condotta Slow Food di Orvieto ha voluto proporre all’attenzione, aprendo una discussione e un’occasione di approfondimento insieme a Piero Sardo, uno dei fondatori di Slow Food, oggi Presidente della fondazione Slow Food per la biodiversità (Curatore di diversi volumi su formaggi e prodotti tipici come “Il buon paese”, “Formaggi d’Europa “Formaggi d’Italia” e “Verso i cru del Roccaverano”, la sua attività giornalistica, iniziata nei primi anni ’90 con la collaborazione alle Guide dell’Espresso e all’Unità, prosegue su numerose testate. Redattore della rivista Slowfood, membro della Commissione finale di Assaggio e Valutazione della guida Vini d’Italia, collabora regolarmente con diversi quotidiani e settimanali tra cui La Stampa, Il Manifesto, Il Giorno, Specchio), alla Presidente Slow Food Umbria, Sonia Chellini, che racconterà l’esperienza dei Presidi in Umbria, ad Augusto Buldrini, Responabile del Servizio “Sviluppo sostenibile delle produzioni agricole della Regione Umbria”, e ai produttori dei Presidi Umbri. Introdurrà il Convegno la fiduciaria di Slow Food Orvieto Carla Lodi.
La Condotta di Orvieto sta lavorando, insieme ad alcuni produttori e all’Università di Perugia, Facoltà di Agraria, per il riconoscimento del Presidio per il “fagiolo secondo del Piano” prodotto nella nostra zona. Il riconoscimento del Presidio non tende solo a salvare una produzione che sta scomparendo dalla nostra tavola, ma anche a cercare di preservare il territorio da usi devastanti, quali le attività estrattive sorte lungo il fiume Paglia, che hanno distrutto per sempre la stratigrafia esistente. Quella stratigrafia che era un ottimo terreno di coltura per questo vegetale in particolare, ma anche per la produzione agricola in generale.
Anche la partecipazione della Condotta di Orvieto al progetto “Mille orti in Africa” – e ricordiamo che “Orvieto con Gusto” sostiene la Condotta in questa azione – rientra nella filosofia della salvaguardia della biodiversità: l’obiettivo è la sovranità alimentare, con l’aiuto ai contadini perché riprendano le loro tradizioni agricole e utilizzino le varietà locali, che sono più resistenti ed hanno meno bisogno di supporti esterni. La Condotta di Orvieto adotterà, in Sudafrica, l’orto familiare di Bitterfontein, piccolo villaggio di 1100 abitanti a 390 km da Città del Capo.