Riceviamo dalle associazioni ambientaliste dell’Orvietano la nota che segue, a chiarimento della loro posizione su discarica orvietana e inceneritore ternano e su quanto l’ambientalismo dei territorio si attende dalla riunione odierna dell’ATI rifiuti.
Oggi 2 agosto i comuni della provincia di Terni sono chiamati ad approvare il Piano d’Ambito dei rifiuti. Da informazioni indirette l’elemento più rilevante, sembrerebbe essere la rinuncia alla realizzazione dell’inceneritore a Terni e, insieme, la conferma della discarica di Orvieto, che risulterebbe di fatto l’unico e sostanziale impianto per lo smaltimento finale dei rifiuti a scala provinciale, o addirittura regionale, se teniamo conto del fatto che anche a scala regionale non appaiono evidenti altre soluzioni.
Dobbiamo nel merito ricordare che è stato raggiunto un accordo politico con un pronunciamento unanime del Consiglio Provinciale nel senso della cancellazione della previsione dell’inceneritore di Terni, raccogliendo i contenuti di una petizione popolare proposta da alcune forze politiche solo ternane.
Tale evoluzione del quadro provinciale ci appare estremamente grave, e su questo intendiamo esprimere la nostra opposizione nella maniera più netta, a partire dalla seguente ragione:
i richiami all’avvio in tempi stretti dei programmi per una raccolta differenziata utile al riciclo e quindi al rispetto delle disposizioni di legge per il riciclo dei materiali sono una costante nel settore dei “buoni propositi”, sia a scala provinciale come regionale, ai quali con la stessa costanza non è seguito mai nulla. Dunque anche in questo caso i proclami per l’avvento dell’era del riciclo vanno inseriti nel campo dei buoni propositi da intendersi come illusioni: una finta raccolta differenziata con pochissimo riciclo e poi tutto in discarica. I valori della raccolta differenziata, salvo rare eccezioni, sono sconfortanti e assolutamente in contrasto con gli obblighi di legge, compresa la realtà di Terni che in pratica contribuisce in modo importante alla saturazione della discarica di Orvieto.
Quindi, se nulla di concreto il Piano definisce per il tema riciclo, l’unica certezza certificata appare la sopravvivenza della discarica al 2027, e questo è addirittura offensivo.
Vorremmo ricordare sia agli organismi politici provinciali, sia alle strutture istituzionali competenti (Regione, Ati4, Comuni e Provincia), sia ai sottoscrittori della citata petizione contro l’inceneritore, che l’ordine delle priorità in materia di gestione corretta del ciclo dei rifiuti annovera la discarica come terminale ultimo e finale per la chiusura del ciclo, ma dopo il ricorso all’incenerimento con produzione energetica. La chiusura del ciclo significa una piena gestione integrata dei rifiuti urbani con tutti i sistemi oggi disponibili (impianti di riciclo e di recupero di materia ed energia) riducendo a valori minimi lo smaltimento in discarica in genere inferiore al 5%, e questo non ci pare previsto dal Piano d’Ambito che dunque è insostenibile. Chi ha sostenuto la rinuncia dell’inceneritore temiamo che non abbia ben chiaro a quali livelli di processi di riciclo si dovrà assoggettare per raggiungere lo stesso risultato di conferimenti in discarica.
La posizione del Comune di Orvieto è determinante.
In termini operativi e per essere concreti chiediamo al Comune:
- di farsi carico della corretta gestione della discarica sulla base dei criteri sopra citati. Questo dovrebbe comportare che, se la discarica non sarà utilizzata nei termini previsti dalla normativa europea e sopra richiamati, il comune dovrà chiudere la discarica;
- di procedere alla individuazione di soggetti economici e industriali interessati al settore del riciclo, a partire da quelli eventualmente esistenti nel territorio, per avviare un progetto industriale finalizzato allo scopo con sostegno alla richiesta di eventuali finanziamenti pubblici disponibili;
- di farsi promotore in sede ATI di una fase di operazione trasparenza della gestione dei rifiuti, che possa esattamente indicare il progetto sui costi, i termini della partecipazione economica da parte del cittadino, ovvero i benefici ricavati dalla partecipazione alla differenziazione corretta dei materiali. Sarà inoltre necessario rendere di pubblica conoscenza e accessibili i dati sui quantitativi, la qualità dei materiali conferiti per il riciclo, la loro destinazione finale, le somme introitate e la loro utilizzazione.
Ai concittadini diciamo che abbiamo riscontrato un alto livello di disinformazione o quantomeno di scarsa consapevolezza delle questioni legate a questo tema che toccano direttamente l’economia di ognuno. Scarsa consapevolezza che significa accettazione passiva di imposizioni economiche, tasse non dovute, che riteniamo ingiustificate specie nell’attuale situazione.
A questo scopo riteniamo che questi temi siano di importanza tale da richiedere maggiori occasioni di discussione e condivisione.
Associazione Amici della Terra- Club di Orvieto
Associazione Italia Nostra –Orvieto
Associazione Accademia Kronos, Umbria
Associazione WWF – sezione di Orvieto
Associazione Altra Città, Orvieto
Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina (CISA), Orvieto
Associazione sviluppo sostenibile e salvaguardia Alfina, Acquapendente
Comitato P.D. dalla Specul. del Fotovoltaico Selvaggio, C.Giorgio
Associazione La Renara per l’ecosviluppo del territorio, Castel Giorgio
Rete Salvaguardia Territorio (Re.Se.T.), Bagnoregio
Comitato tutela e valorizzazione Valli Chiani e Migliari, Ficulle