Riceviamo da Stefano Olimpieri, capogruppo PdL al Comune di Orvieto e pubblichiamo. Il tema è il battibecco mediatico tra minoranza, sindaco, maggioranza.
Bene ha fatto il Sindaco a rispondere con fermezza e puntualità alle dichiarazioni della minoranza consiliare in merito a quanto avvenuto nell’ultimo consiglio comunale. Toni Concina, in poche righe, ha lucidamente inquadrato la pochezza di una minoranza che,di fronte alla palese incapacità di elaborare proposte politiche e di fronte alle incontestabili lacune culturali e dialettiche, cerca di mistificare la realtà dei fatti attraverso lo strumento della “disinformazione”. Siamo alle solite, dove non riescono con la politica, cercano di mettere in difficoltà gli avversari con le bugie e con le falsità (il lupo perde il pelo ma non il vizio!). Forse per una inconscia speranza che viene avanti da almeno tre anni, la minoranza vorrebbe far credere che la aggregazione Concina si stia disgregando solo perché nell’ultimo Consiglio Comunale sono stati rinviati alcuni punti strettamente legati al bilancio preventivo 2012 e che, soprattutto, interessano direttamente tutti i contribuenti orvietani. In sostanza, visto che è stato prorogato dal Governo Monti il termine per approvare il bilancio, la maggioranza ha ritenuto opportuno provare a definire delle maggiori sinergie tra le rigorose e necessarie esigenze di bilancio e le sollecitazioni dei contribuenti e delle categorie produttive ed economiche della città.Mentre Concina e la sua maggioranza cercano in tutti i modi di portare la città fuori dal pericolo del fallimento, la minoranza aspetta e spera che cada Concina e lo fa esclusivamente con i comunicati stampa. Per ristabilire la verità su quello che è successo lo scorso lunedì in Consiglio, occorre dire che la pregiudiziale presentata dal Consigliere socialista chiedeva il ritiro della pratica riguardante il regolamento degli Asili Nido solo perché lo stesso Consigliere non aveva ricevuto le modifiche al Regolamento stampate in colore rosso e non in colore nero. Una pregiudiziale fondata esclusivamente su una questione cromatica, dimostra – se ancora ce ne fosse bisogno- la inadeguatezza e la pochezza della minoranza. Ma il massimo è stato raggiunto quando lo stesso Consigliere proponente, accortosi che la pregiudiziale sarebbe stata respinta, non ha avuto il coraggio di metterla ai voti e l’ha ritirata. Quando poi il Sindaco ha proposto il ritiro dei punti all’Ordine del Giorno e di rinviare la discussione degli stessi al prossimo Consiglio, la minoranza si è spaccata miserabilmente, tanto che alcuni hanno votato a favore ed altri (Mortini, Moscetti, Bugnini e Stopponi) si sono astenuti. Questi due esempi sono abbondantemente sufficienti per smontare le falsità della minoranza e sono molto eloquenti per dimostrare dove albergano le strumentalità e le divisioni.