Per salvare gli Svizzeri, voglio lanciare una modesta proposta, magari provocatoria. Chiedo che “gli Svizzeri” sia dichiarato patrimonio comune della umanità orvietana. E per rincarare la dose chiedo che venga inclusa tra le razze in via di estinzione. E come tale sia protetta da Italia Nostra, dagli Amici dei Negozi, da Lega Ambiente al dettaglio. Penso che potrebbe intervenire anche l’ISAO, trattandosi di un bene ormai storico E.la Fondazionedella Cassa di Risparmio, terminata la caccia ai vasi veri o falsi o falsamente veri o veramente falsi, potrebbe dedicare qualche fondo ad una qualche maniera di salvataggio della istruzione “gli Svizzeri”. Magari anche la novella Fondazione Barzini, partorita da un Guido Barlozzetti perseguitato dall’ombra di Don Giovanni, potrebbe scendere in campo per salvare” gli svizzeri.”. Ma la parte più consistente e provocatoria della mia proposta vorrebbe che il Comune di Orvieto procedesse all’acquisto della sacra istituzione commerciale, sottraendola alle grinfie delle multinazionali, So bene che l’Amministrazione Comunale non ha soldi, ma se tagliasse gli stipendi dei dirigenti potrebbe trovare i fondi necessari all’acquisto degli “Svizzeri”. E sarebbe un acquisto succulento e lucroso: in fin dei conti si tratta della sola attività orvietana che sfugge alla crisi economica, per quanto è amata ed apprezzata dagli orvietani del Tufo e da quelli del Circondario. In quattro mesi il Comune potrebbe ammortizzare le spese sopportate per l’acquisto. E sarebbe anche una decisione in linea con le recenti decisioni della Corte Costituzionale, favorevoli alla pubblicizzazione dei beni essenziali: e considero “gli Svizzeri” un bene primario ed essenziale. Dunque il Comune, senza indugio, decida di acquistare “gli Svizzeri”.
Potrebbe essere anche una parziale soluzione per il problema dell’occupazione. Se tolgono il Tribunale, e io non lo piango troppo, i molti impiegati del Tribunale potrebbero essere assunti dagli “svizzeri”, municipalizzati. I cancellieri imparerebbero a tostare il caffè, gli ufficiali giudiziari, invece di staccare le pentole, potrebbero riempirle di dolcezze prelibate, di spezie, e di rosolio e di alchermes. E non correrebbero il rischio di essere trasferiti chissà dove: dal Tribunale al Corso sono pochi passi. Riassumendo, il Comune farebbe un investimento sicuro, che porterebbe soldi contanti alle sofferenti casse dell’Amministrazione; cesserebbe lo scandalo dei superstipendi dei dirigenti, tagliandoli per acquistare senza spese fuori bilancio gli “Svizzeri”; e si incrementerebbe l’occupazione, tranquillizzando gli impiegati del Tribunale, oggi in allarme.
Mi rendo conto di non essere un economista, ma qui si tratta di buon senso e di poesia. Di fronte all’attacco delle multinazionali del perizoma,la Giuntacosiddetta di destra farebbe una scelta cosiddetta di sinistra. Tutto il potere degli “Svizzeri” al popolo orvietano. E magari, per far contento il nuovo vescovo, gli addetti al negozio potrebbero vestirsi da guardie svizzere, magari utilizzando con qualche modifica i costumi del Corteo Storico. Cimicchi e Mocio non avrebbero esitato. Io propongo l’assunzione degli impiegati del Tribunale, e sarebbe una scelta oggettivamente utile e proficua. E a rischio di rischiare troppo, faccio altre due proposte. Occupiamo il negozio degli “svizzeri” per impedirne la vendita ai privati multinazionali.
E stabiliamo nel negozio, fino all’acquisto dello stesso da parte dell’amministrazione, l’Ufficio del sindaco. Come diceva Martin Luther King, ho fatto un sogno, ma con i piedi per terra.